
L’Europa tenta un recupero fiduciosa in un accordo sul Recovery fund
Wall Street apre in altalena. Il Dow Jones perde lo 0,13% a 26.641,25 punti, il Nasdaq sale dello 0,26% a 10.531,33 punti mentre lo S&P 500 avanza dello 0,06% a 3.226,04 punti.
La speranza di un accordo nel pomeriggio sul Recovery fund tra i Paesi europei dà fiato invece ai listini che provano così a lasciarsi alle spalle le incertezze della mattinata e cominciano a correre. Gli occhi sono quindi tutti puntati su Bruxelles dove i negoziati riprenderanno alle 17 (leggi qui).
A Milano Ubi Banca preme sull’acceleratore e arriva a guadagnare oltre il 13% ai massimi dal 4 marzo scorso sopra quota 3,6 euro, allineandosi ai valori della nuova offerta, carta più contanti, messa sul piatto da Intesa Sanpaolo. Il cda di Intesa ha deliberato di aggiungere all’offerta di scambio, pari a 1,7 titoli Intesa per ogni Ubi, un corrispettivo in contanti di 57 centesimi per azione.
Protagoniste le anche le altre banche: Banco Bpm sale più del 6% grazie alle indiscrezioni che la vedono al centro del prossimo risiko bancario o in combinazione con Unicredit (con i quali ci sarebbero stati dei contatti al vertice) o con Monte dei Paschi di Siena (+7,4%) per il quale il Tesoro cerca un partner entro il 2021. Torna a correre Atlantia, in attesa che si definiscano i dettagli del riassetto per Autostrade per l’Italia. Giornata di stacco cedola, in particolare del saldo del dividendo 2019, per Enel: questa operazione, che riguarda la società a maggiore capitalizzazione del Ftse Mib, ha un effetto tecnico negativo dello 0,32% sull’indice. Pirelli è tra i più penalizzati del Ftse Mib e vanno male i titoli dell’industria petrolifera, con il calo del greggio. Flessione superiore a un punto percentuale per Generali e Telecom Italia. Fuori dal Ftse Mib balzo del 4% per Astaldi dopo l’omologa del concordato da parte del Tribunale di Roma che apre le porte al riassetto con l’ingresso di WeBuild atteso per l’autunno.
Il greggio in calo: il contratto agosto del Wti, ormai in scadenza, tratta a 40,3 dollari al barile, il contratto settembre tratta a 40,5; il Brent settembre scambiato a 42,88 dollari al barile.
L’euro si spinge più in alto nei confronti del dollaro ed è scambiato a 1,1464 (da 1,1433): il cambio è ai massimi dal 9 marzo scorso.
di: Maria Lucia PANUCCI
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