
L’Asia è contrastata. La Germania rivede il calo del pil del 2° trimestre: da -10,1% a -9,7%, ma resta il peggiore di sempre
Le Borse europee aprono positive grazie all’effetto Wall Street: ieri gli indici S&P e Nasdaq hanno chiuso a nuovi massimi storici, mentre il Dow Jones ha terminato la sessione a un livello inferiore di soli 50 punti rispetto al valore di chiusura del 2019. Ma stimola i listini anche la notizia relativa alle prove di disgelo tra Stati Uniti e Cina, almeno sul fronte commerciale. Il vicepremier cinese Liu He ha sentito telefonicamente il rappresentante del commercio Usa Robert Lighthizer e il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin, per rendere operativo l’accordo commerciale sulla Fase 1 siglato tra i rispettivi paesi lo scorso 15 gennaio.
E così Francoforte è tonica con un bel vantaggio dello 0,91%; Londra segna un piccolo aumento dello 0,63%; in luce anche Parigi con un ampio progresso dello 0,79%.
Piazza Affari non si ferma e prova a dare seguito allo sprint della vigilia. Il Ftse Mib sale dell’1,08% a quota 20.330 punti. In prima fila Leonardo e Generali in salita rispettivamente del 2,69 e del 2,99 per cento. Ancora fitti acquisti su Telecom Italia (+1,92% a 0,382 euro) a meno di una settimana dal cda del 31 agosto che potrebbe portare a un avvicinamento delle posizioni sul fronte rete unica sotto la regia del Tesoro (leggi qui).
Le Borse asiatiche sono invece contrastate. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in progresso dell’1,35% a 23.296,77 punti. Shanghai è negativa con -0,48%, Hong Kong segna -0,52%, Sidney +0,35%, Seoul +1,48%.
La speranza sulla possibilità di battere il Coronavirus con un vaccino e di curare i malati di COVID-19 con terapie come quella del trattamento al plasma ha alimentato i buy soprattutto sui titoli del settore aereo. A Hong Kong, China Eastern Airlines è balzata di oltre +4,5% e China Southern Airlines ha fatto +5,45%. Alla borsa di Tokyo ANA Holdings è volata di oltre +7, mentre a Singapore, Singapore Airlines è salita di oltre +4%.
Sul fronte macro nel secondo trimestre del 2020 il pil tedesco ha registrato una flessione del 9,7% sul primo trimestre corretto dagli effetti dei prezzi e del calendario. Lo ha reso noto l’Istituto di statistica tedesco Destatis che ha coretto la stima preliminare del -10,1% rilasciata il 30 luglio. Su base annua la contrazione è stata dell’11,3% mentre la prima stima era stata del -11,7%.
In mattinata sempre la Germania renderà noto l’indice Ifo di agosto. Poi il testimone passerà agli Usa: nel pomeriggio è in agenda la pubblicazione dell’indice settimanale Redbook, dell’indice Case Shiller giugno, dei dati sulle vendite di case nuove in luglio e dell’indice di fiducia dei consumatori in agosto.
di: Maria Lucia PANUCCI
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