
Vendevano capi che non venivano consegnati, le vittime sarebbero 2400
Sono state arrestate cinque delle 12 persone denunciate durante l’operazione Safe Social: l’accusa è associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, e il terreno di azione era il social fotografico Instagram (leggi qui).
All’epoca dell’eCommerce, che ha subito una grande accelerazione durante il primo lockdown e si è mantenuto alto per tutto il 2020, le vendite online hanno raggiunto picchi mai registrati in precedenza (come abbiamo spiegato qui). La banda di Instagram, che operava dall’hinterland milanese, ha puntato proprio su questo, contattando utenti a cui venivano poi proposti capi di abbigliamento che, dopo il pagamento con carte prepagate, non venivano però consegnati.
I truffatori contattavano in un secondo momento le vittime giustificando spese di dogana o problemi fiscali per convincerle a effettuare un secondo pagamento. In totale, in un anno la banda ha raccolto oltre 250 mila euro.
Le indagini della Polizia Postale di Bologna e Milano hanno permesso di identificare 2.400 vittime, di cui 1.600 minori.
Secondo la Federal Trade Commission americana il numero dei reclami per truffe sui social media nell’ultimo anno è addirittura triplicato e il 94% dei consumatori che ha lamentato una truffa di questo tipo ha indicato Facebook o Instagram come la piattaforma da cui è partito l’acquisto online.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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