
L’azienda tedesca spiega che non riuscirà a coprire la domanda in tutto il mondo
Nello stato del Vaticano la somministrazione del vaccino dovrebbe iniziare nella seconda metà di gennaio. Secondo quanto comunicato dalla direzione Sanità e igiene, la campagna sarà pianificata «secondo i criteri di selezione delle categorie maggiormente esposte al contagio e secondo le adesioni volontarie», con priorità al personale sanitario e di pubblica sicurezza, gli anziani e il personale più a contatto con il pubblico. Le dosi verranno iniettate nell’Aula Paolo VI.
Intanto l’OMS ha dato il via libera al farmaco prodotto da BioNTech in collaborazione con l’americana Pfizer (ne abbiamo parlato qui). L’azienda tedesca ha fatto però sapere che non riuscirà da sola a coprire la richiesta in tutto il mondo, perciò ha invitato le organizzazioni della sanità ad approvare altri farmaci quanto più rapidamente possibile. Un annuncio che sembra probatorio, visto il caos scoppiato proprio in Germania a causa della carenza di dosi in alcune Rsa, dove sono stati estratti a sorte coloro che dovevano essere vaccinati per primi in mancanza di farmaci sufficienti per tutti.
Dagli Stati Uniti, il consulente medico Anthony Fauci ha fatto sapere di essere contrario alla strategia vaccinale adottata nel Regno Unito (approfondisci qui) e che prevede una prima iniezione per coprire una percentuale quanto più possibile estesa di popolazione, a discapito della seconda dose, che verrebbe iniettata più avanti. «Non sono a favore, continueremo a fare quello che stiamo già facendo» ha affermato Fauci, che ricorda poi che secondo i dati delle sperimentazioni Pfizer-BioNTech, la protezione del 95% si ottiene solo se la seconda dose viene iniettata dopo tre o quattro settimane, non 12 come nei programmi delle autorità britanniche.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: