
La Banca centrale Usa vede la luce in fondo al tunnel ma al momento si dice pronta a intervenire ancora per prevenire eventuali rischi
L’economia rimane lontana dagli obiettivi della Fed e ci vorrà del tempo prima che saranno stati fatti ulteriori progressi verso gli obiettivi prefissati. Il trend rimane incerto, con la pandemia che continua a rappresentare un rischio. Per questo la Banca centrale Usa si è detta pronta ad aggiustare l’orientamento della politica monetaria nel caso in cui emergessero rischi che potrebbero ostacolare il conseguimento degli obiettivi di inflazione. E’ quanto emerge dai verbali della Fed in merito alla riunione del 16-17 marzo scorso.
Il ritmo serrato della campagna vaccinale negli Usa spinge a maggiore ottimismo e fiducia nella ripresa economica, ma sull’outlook restano elevate incertezze legate alle varianti del virus.
Alla luce di questi sviluppi e dell’entità del recente sostegno della politica fiscale, sono state riviste al rialzo le stime di crescita. Non solo, ma il tasso di disoccupazione, prevede la Banca centrale, tornerà sotto i minimi storici. A marzo le stime di crescita per l’economia americana erano state ritoccate al rialzo, e cioè al 6,5% nel 2021 e al 3,3% nel 2022. A dicembre la Fed aveva previsto un Pil in aumento del 4,2%.
Infine, l’inflazione, dopo l’aumento transitorio di quest’anno, dovrebbe restare leggermente al di sotto del 2% anche il prossimo anno per poi raggiungere il 2% entro il 2023.
Il Fomc, il braccio destro della Fed, ha cambiato la sua guidance, in quanto ha chiaramente affermato che, d’ora in avanti eventuali cambiamenti di politica monetaria dovranno “basarsi prima di tutto sui risultati osservati piuttosto che sulle previsioni“. In ogni caso, è stato rimarcato che gli acquisti mensili di asset (QE) per un valore di $120 miliardi “hanno fornito un supporto sostanziale all’economia“. Alcuni membri del Fomc hanno inoltre sottolineato l’importanza che la Commissione comunichi le proprie valutazioni sui progressi dell’economia verso gli obiettivi di più lungo termine prefissati molto prima rispetto a quando i progressi potrebbero essere ritenuti tali da avallare un cambiamento negli acquisti di asset.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/MATTHEW CAVANAUGH
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