
In arrivo in Italia, a Pratica di Mare 184 mila dosi del farmaco anti-Covid americano. Stretta in Germania: inasprita la legge sulla pandemia. Berlino obbliga imprese a offrire test a dipendenti. Due studi confermano che la variante inglese non aumenta la mortalità
Gli Stati Uniti chiedono una sospensione sul vaccino Johnson&Johnson dopo alcuni casi di coagulazione riscontrati. Lo riporta il New York Times sottolineando che la Food and Drug Administration e i Centers for Disease Control smetteranno di usare il vaccino nei siti federali e solleciteranno gli Stati a fare lo stesso in attesa delle indagini sui problemi di sicurezza. La sospensione è legata a 6 casi negli Stati Uniti che hanno sviluppato una malattia rara che coinvolge coaguli di sangue nelle due settimane successive alla vaccinazione.
Sono 184 mila le dosi di questo vaccino “incriminato” che arriveranno nel pomeriggio all’hub della Difesa di Pratica di Mare. Si tratta del primo lotto del vaccino statunitense che giunge in Italia.
Il consiglio dei ministri riunito a Berlino ha approvato la modifica della legge sulla protezione della salute. In seguito a questa decisione in Germania ci si potrà aspettare restrizioni secondo le linee guida approvate al livello nazionale, come l’estensione del coprifuoco e un’ulteriore chiusura degli esercizi commerciali.
Le imprese tedesche saranno obbligate ad offrire i test anti-Covid per i loro dipendenti che non lavorano da casa ma in azienda. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri riunito a Berlino stamattina, secondo quanto riferisce Dpa. «Le aziende devono offrire in linea di principio almeno una volta a settimana i tamponi ai propri dipendenti e in via eccezionale due test a settimana», ha reso noto il ministero dell’Economia tedesco.
La variante inglese del Covid-19 non causa forme più gravi della malattia, mentre aumenta la contagiosità del virus. A smentire dunque la sua maggiore mortalità, come sostenuto da tre precedenti ricerche, sono due diversi studi, uno pubblicato sulla rivista Lancet Infectious Disease dal Centro di malattie infettive di Singapore e l’altro su Lancet Public Health dal King’s College di Londra. Entrambe le ricerche non hanno trovato prove che le persone contagiate dalla variante B117 avessero avuto sintomi più gravi o un maggior rischio di sviluppare il long Covid rispetto ai contagiati dalle altre varianti.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AFP/ JUSTIN TALLIS
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