
Solo il 37% dei giovani può contare su un lavoro stabile
L’autonomia per molti giovani rimane un sogno nel cassetto. È quanto emerge dal report realizzato dal Consiglio Nazionale dei Giovani in collaborazione con Eures, che hanno indagato le condizioni attuali e le prospettive future in termini occupazionali, retributivi e contributivi degli under 35. Il 50,3% dei ragazzi sotto questa soglia di età vive ancora con i propri genitori e solo il 38% vive da solo o con il proprio partner. Un dato ancora più allarmante: nei cinque anni successivi al completamento degli studi, solo un italiano su tre, il 37%, può contare su un lavoro stabile, mentre il 26% è un giovane precario con contratto a termine e il 24% è disoccupato.
Il 33% degli occupati non è riuscito a creare un nucleo familiare a causa di un lavoro discontinuo, mentre il 56,3% di coloro che hanno un posto stabile hanno messo su famiglia. «Nel nostro Paese, la discontinuità lavorativa è arrivata a rappresentare una condizione strutturale del mercato del lavoro – ha dichiarato Maria Cristina Pisani, presidente del Cng – e il fenomeno della precarizzazione, destinato ad aumentare alla luce della crisi post pandemica, investe inevitabilmente la qualità della vita con conseguenze significative sulla dimensione retributiva dei nostri giovani, anche a causa di un sistema pensionistico messo a rischio dalle passate generazioni».
La mancanza di certezze da un punto di vista occupazionale influenza anche le scelte di vita dei giovani: solo il 6,5% degli under 35 ha figli, e il 33% non vuole affatto averne. Mancano le condizioni per mettere su famiglia: solo il 12% è proprietario della casa in cui abita, l’11% ha provato ad acquistare un appartamento il 7,8% è riuscito ad ottenere un mutuo, mentre al 3% di loro è stato rifiutato. Il 40% non prova nemmeno a chiederlo perché sa di non avere i requisiti.
E sul fronte pensionistico la situazione non migliora: il 53% dei giovani non sa come si calcola la pensione il 68% non conosce la propria situazione contributiva; il 44% immagina che andrà in pensione dopo i 70 anni, e 8 su 10 vivono negativamente il pensiero delle condizioni materiali di vita consentite dalla futura pensione, esprimendo per il 29% paura, per il 24% frustrazione e per il 25% rassegnazione.
di: Micaela FERRARO
FOTO: AGI/AGF
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