I prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” ampliano ulteriormente la loro flessione, registrando il calo più marcato da gennaio 1996
L’inflazione accelera per il quinto mese consecutivo, raggiungendo livelli che non si vedevano da novembre 2018 quando fu pari a +1,6%. A maggio l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato una variazione nulla su base mensile e un aumento su base annua dell’1,3%. A dirlo è l’Istat secondo cui l’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve essenzialmente ai prezzi dei Beni energetici, la cui crescita passa da +9,8% di aprile a +13,8% di maggio a causa dei prezzi della componente non regolamentata. I prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” ampliano ulteriormente la loro flessione (da -0,7% a -0,9%), registrando il calo più marcato da quando è disponibile la serie storica di questo gruppo di prodotti (gennaio 1996).
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano ulteriormente, anche se di poco, e si portano entrambe a +0,2% (da +0,3% di aprile). L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,2% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) diminuisce dello 0,1% su base mensile (la stima preliminare era di una variazione nulla) e aumenta su base annua dell’1,2% (da +1,0% del mese precedente); la stima preliminare era +1,3%.
di: Maria Lucia PANUCCI
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