
Salito del 46% il numero di posti di lavoro al dettaglio inevasi negli Stati Uniti: ecco come risponderanno le grandi aziende americane alla crisi occupazionale post-pandemica
Rothmans, Walmart, Best Buy, Macy’s, persino Amazon: sono solo alcune delle catene e delle multinazionali operanti al di là dell’Atlantico a dover fronteggiare una crisi del personale senza precedenti per la recente storia del Paese, esasperata dai dubbi e dai timori alimentati dall’emergenza sanitaria, oltre che dall’incremento delle misure economiche assistenziali e dall’insufficienza di incentivi per lavoratori vecchi e neo-assunti.
Centinaia di migliaia di posti di lavoro che oscillano fra punti vendita, case di cura, aziende di trasporto e catene di approvvigionamento rischiano di rimanere vacanti e il risultato rischia di travolgere indifferentemente commercianti e acquirenti.
Emblematico il caso di Rothmans, marchio di abbigliamento maschile in procinto di portare da tre a quattro i propri punti vendita, ma impossibilitato a reperire le 10 persone necessarie a gestire la nuova filiale, ma ancora più critica la situazione dei supermercati Kroger, del paradiso del fai-da-te Michaels e dei negozi di articoli sportivi Dick’s Sporting Goods, alla ricerca di decine di migliaia di potenziali dipendenti.
Quali misure adottare per fronteggiare la situazione? In primis, come nel caso di Amazon, – che prevede di colmare il divario prefissandosi un traguardo di 125 mila assunzioni – l’adozione di maxi bonus pari a tre mila dollari (guarda qui), che per gli autisti dei discount Dollar General arriverebbe addirittura a cinque mila dollari, ma anche una gratifica di 500 dollari ai lavoratori già collocati capaci di introdurre nell’organico un proprio amico o un proprio parente presso gli storici grandi magazzini Macy’s.
L’aumento dei salari è un’altra plausibile alternativa, a cui si è dovuto piegare anche un colosso della categoria come Walmart, che ha incrementato la propria tariffa minima garantita da 11 a 15 dollari all’ora e ha ridotto i tempi di assunzione dalle tradizionali due settimane a sole 24 ore; più settoriale l’intervento dei rivenditori di elettronica di consumo Best Buy, indirizzato soprattutto ai dipendenti più giovani, che vedrebbero elevati dal 5 al 25% gli sconti sulle loro tasse universitarie e riceverebbero ulteriori riduzioni per un’eventuale iscrizione in palestra e diversi piani assicurativi. Si discute anche di una misura di incentivazione identificabile come “indennità di rischio”, pari a un bonus orario di cinque dollari, oltre che del conferimento di maggior potere decisionale agli impiegati, ma si lavora anche nella direzione opposta, con l’incoraggiamento al ricorso alle operazioni di commercio elettronico e all’installazione di casse self-service.
Più difficile la posizione dei negozi indipendenti, per cui resta meno attuabile la possibilità di fornire proposte allettanti in termini di retribuzione: la percentuale di piccoli commercianti che faticano ad assicurarsi nuove assunzioni è passata dal 47 al 62%.
Di: Andrea BOSCO
FOTO: EPA/JUSTIN LANE
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