
La Regione sconta le proteste nelle scorse settimane ed il minor tasso di vaccinati. Furioso il sindaco di Trieste che dà tutta la colpa ai no-vax
Il Friuli-Venezia Giulia torna ad essere da oggi in zona gialla. E’ l’unica Regione italiana a subire il passaggio di colore e sarà il banco di prova del Super Green pass, ovvero quello rilasciato solo col vaccino o con la guarigione, anticipandone di una settimana l’applicazione nel resto del Paese (ne abbiamo parlato qui).
Senza questo certificato, per il momento solo in formato cartaceo, non si potrà andare allo stadio, al cinema, a teatro, né al ristorante o sedere al tavolo nei bar, non si potrà partecipare a cerimonie o feste o andare in discoteca. Sono esclusi dunque dalla vita sociale i non vaccinati. Torna l’obbligo, per tutti, della mascherina, anche all’aperto.
Il Fvg sconta qualche focolaio di troppo dovuto alle proteste delle settimane scorse e anche lo scambio con i Paesi d’oltreconfine dove – si tratti dei Balcani a Est o dell’Austria a Nord – il Covid sta dilagando. E poi sconta quel 13% della popolazione vaccinabile inchiodata sul rifiuto del vaccino anti Covid, e paga il minor tasso di vaccinati. Gli under 20 detengono il record di fascia da vaccinare: il 27,4% di coloro che hanno tra 12 e 19 anni non ha fatto alcun vaccino, così come 80 mila tra i 40 e 69 anni. E il Super pass non modifica le sensibilità: all’annuncio della stretta le prenotazioni per i vaccini sono sì più che raddoppiate, ma passando da 800 a duemila, davvero piccoli numeri.
Furioso il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che accusa apertamente No vax e portuali di essere i responsabili della situazione. «Rischiamo di diventare zona arancione o, ancora peggio, rossa. Quando saremo costretti a chiudere tutte le attività sotto Natale, forse i No vax saranno contenti», ha detto.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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