
A inizio 2022 il confronto riprenderà su tre tavoli: flessibilità in uscita, sulla previdenza per giovani e donne e sulla previdenza complementare
Si è appena concluso a Palazzo Chigi l’incontro tanto atteso tra il Governo ed in sindacati in merito alla manovra che è stata motivo di due scioperi, uno il 16 ed uno il 18 dicembre (guarda qui e qui). I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil hanno definito l’incontro “positivo” e ci sono i presupposti per nuovi confronti soprattutto sul fronte pensionistico, uno dei temi più discussi della prossima Legge di Bilancio.
A inizio 2022 il confronto riprenderà su tre tavoli: flessibilità in uscita, sulla previdenza per giovani e donne e sulla previdenza complementare. Il cantiere vero e proprio partirà dopo Natale. Maurizio Landini, al termine dell’incontro ha sottolineato di aver chiesto “un metodo diverso” e ha aggiunto che le tre sigle sindacali arriveranno “con una proposta unitaria”. «Si è deciso di aprire finalmente il cantiere per discutere della riforma della legge Fornero. Con tre confronti: sulla flessibilità in uscita, sulla previdenza per giovani e donne e sulla previdenza complementare. Abbiamo concordato il metodo», ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi spiegando che il confronto partirà dopo Natale.
Il Governo punta ad un ritorno al contributivo, magari con un “ritocco” della Riforma Fornero, sempre nella direzione dell’economicità, dal momento che la spesa pensionistica è già fuori controllo: nell’ultimo biennio, al netto dell’indicizzazione ai prezzi, è cresciuta in media del 2% l’anno e si è attestata anche su livelli superiori al 2011, anno di introduzione della Riforma Fornero. Per contro i sindacati sollecitano una maggiore flessibilità in uscita, a partire dai due anni d’età o insindacabilmente con 41 anni di contributi.
Tra le proposte c’è anche quella di sostenere con soluzioni adeguate le donne: per loro chiedono di riconoscere un anno di contributi in più per ogni figlio o anche un anno ogni cinque dedicati alla cura di familiari non autosufficienti. E poi ancora, chiedono una “pensione di garanzia” per i giovani che scontano in pieno il passaggio al contributivo e l’effetto di lavori discontinui e precari.
Nella manovra c’è anche la proroga di un anno per l’Ape social, con l’allargamento dell’elenco dei lavori gravosi, che i sindacati chiedono sia resa strutturale e con più categorie. E ci sono i pensionati di oggi, per i quali si chiede di rafforzare la quattordicesima e di incentivare l’adesione alla previdenza complementare.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA / GIORGIO ONORATI
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