Secondo le stime la cifra toccherà quota 27 miliardi nel 2028, grazie a un vastissimo impiego della pianta, a tavola ma non solo
In Italia la coltivazione della canapa è in aumento, forte di prospettive di profitto davvero incoraggianti. Ad oggi, secondo Federcanapa, si contano almeno una sessantina di canapicoltori che scelgono questa coltura per diversi motivi e dal 2014 ad oggi gli ettari di terreno italiani coltivati a cannabis sativa l. sono aumentati del 200%. Per quale motivo?
Innanzitutto, quella della canapa è una delle coltivazioni più sostenibili. È possibile sfruttare pressoché il 100% della pianta, dalle infiorescenze alle foglie, dai semi allo stelo. Oltre ad essere una coltura zero waste, richiede anche pochissime risorse. La canapa è infatti una pianta estremamente resistente, capace di propagarsi senza troppe e difficoltà anche su terreni aridi.
Anche per questo motivo, la canapa in passato veniva utilizzata nella rotazione culturale per le sue proprietà azoto-fissatrici del terreno e tutt’oggi si coltiva anche per il ripristino delle aree rurali.
Fra gli sbocchi di mercato più in crescita al momento c’è il settore del food: le ultime ricerche confermano le ottime proprietà nutrizionali dei semi di canapa, considerati ormai un “super food” ricco di proteine facilmente assimilabili e acidi grassi come l’acido linoleico e oleico.
L’impiego alimentare si riferisce dunque tanto al mondo animale, sotto forma di mangimi, quanto alla dieta umana. Oggi i semi vengono consumati interi (decorticati) o macinati in farina, ma è sempre più frequente anche l’estrazione dell’olio di Cbd, un ottimo integratore alimentare.
A conferma di tutto ciò, i dati sul mercato globale della canapa industriale presentano una costante crescita nel volumi di affari: parliamo di oltre cinque miliardi di dollari che, entro il 2028, potrebbe toccare quota 27,7 miliardi, come evidenziato da Verified Market Research.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA
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