Il presidente della Fed sembra intenzionato ad aumentare tasso su Fed Funds di 50 punti base e annunciare riduzione di bilancio
Mercoledì si terrà la riunione del Fomc della Federal Reserve e la domanda che circola maggiormente è: cosa succedere dopo? Secondo quanto fatto emergere più o meno chiaramente dal presidente Jerome Powell e alcuni membri del comitato esecutivo, l’intenzione è quella di aumentare il tasso sui Fed Funds di 50 punti base e annunciare l’inizio della riduzione del bilancio.
Secondo gli analisti di Goldman Sachs sono alte le probabilità che il Fomc continui a far crescere il costo del denaro negli Usa con incrementi di 50 punti base fino a raggiungere un tasso del 2,25-2,5%.
Il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha indicato la possibilità di un futuro ritocco di 75 punti base. «Consideriamo improbabile – scrivono gli esperti di Goldman Sachs – una tale accelerazione della stretta, soprattutto perchè diversi partecipanti del Fomc hanno sottolineato che non vedono un aumento di 75 punti base come appropriato».
Dai verbali della riunione del Fomc di marzo è inoltre emersa la possibilità di vendita di titoli garantiti da ipoteca (Mbs) durante il processo di riduzione del bilancio. Si ipotizza però che non verrà concretizzata questa possibilità dato che i membri generalmente preferiscono l’utilizzo del tasso politico come strumento principale per regolare la politica monetaria, inoltre le partecipazioni Mbs come quota del bilancio della Fed molto probabilmente non saliranno mai a un livello scomodo. I dati sull’inflazione e l’andamento dei consumi negli States hanno riacceso il dibattito dato che i prezzi a marzo sono aumentati dello 0,9% in base all’indicatore di inflazione Pce).
«L’inflazione ha continuato a erodere il potere d’acquisto delle famiglie mentre il reddito reale disponibile è sceso dello 0,4% – ha spiegato Lydia Boussour, capo economista finanziario statunitense alla Oxford Economics. – Di conseguenza, le famiglie hanno attinto ai loro risparmi per finanziare le loro spese, dato che il risparmio personale è sceso al 6,2% a marzo, il livello più basso dal dicembre 2013». Secondo Rubeela Farooqi, capo economista di High Frequency Economics, i dati non avrebbero alcun impatto sui piani di aumento dei tassi della Fed e l’attesa un rialzo di 50 punti base.
Preoccupa anche la crescita dei salari, che si fa sempre più lenta, secondo il capo economista di Pantheon Macroeconomics, Ian Shepherdson, sarebbe più probabile un secondo rialzo di 50 punti base a giugno. A questo punto la stretta potrebbe essere facilmente rallentata dal crollo del mercato immobiliare, ora nelle sue prime fasi, e il prossimo rapido calo dell’inflazione.
Sarà particolarmente importante il rapporto dell’Institute for Supply Management’s Us Pmi atteso per lunedì, mentre la produzione manifatturiera cresce, il rischio ribasso arriva dalle dislocazioni della rete di fornitura e dalle carenze di imput.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: PIXABAY
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