Il centro studi ha stimato il ribasso della produzione industriale del primo trimestre del 2022 a quota -1,6% rispetto al periodo precedente
La produzione industriale italiana ha segnato un doppio segno negativo, pari a due punti percentuali in meno nel mese di marzo e -2,5% in aprile. Sono queste le stime di Confindustria, che riflettono inevitabilmente gli effetti combinati del protrarsi della guerra in Ucraina e dell’inflazione al rialzo sulle materie prime.
Il calo registrato dal Centro studi di viale dell’Astronomia arriva dopo il rimbalzo di febbraio, quando abbiamo assistito a un +4%, e i crolli precedenti di gennaio (-3,4%) e dicembre (-1%), ancora fortemente legati agli effetti della pandemia.
Complessivamente quindi nel primo trimestre del 2022 Confindustria segna una diminuzione della produzione industriale pari a -1,6% rispetto all’ultimo trimestre del 2021. A diminuire, di conseguenza, sono anche gli ordini in volume (-0,6% a marzo su febbraio e -0,4% in aprile).
A incidere su questi dati, oltre al conflitto, è anche il rincaro energetico, che ha portato il gas naturale ad aumentare il suo prezzo medio del 698% rispetto al pre-pandemia, mentre il prezzo del petrolio del Mare del Nord cresce del 56%, così come i prezzi delle commodities. Tutti fattori che riguardano trasversalmente l’intera filiera.
Al netto di queste stime, si attendono ripercussioni sul Pil italiano nel secondo trimestre: «le indagini sul sentiment imprenditoriale e le ridimensionate dinamiche di ordini e attese delle imprese – precisa Confindustria – non lasciano intravedere miglioramenti significativi nel breve termine».
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI
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