Sempre più spesso gli editori si affidano ai bookinfluencer perché “spargano la voce” sui nuovi titoli in catalogo: le interviste di B24 a editori e a Samanta, samlibrary94 su Instagram
Al Salone del Libro di Torino hanno preso parte quest’anno 893 editori di cui 542 con un proprio stand, in quella che promette essere l’edizione più grande, in numeri, della storia della kermesse. Il SalTo è l’appuntamento culturale più atteso dell’anno, frequentato da migliaia di appassionati di tutte le età, e pertanto una vetrina imprescindibile per le case editrici italiane.
Ormai da diverso tempo, il modo di fare pubblicità è cambiato e con l’avvento dei social si è vissuto un vero e proprio “spostamento” del focus, la nascita di un nuovo tipo di vetrina, digitale, spinta da quelli che definiamo book influencer, gli influencer dei libri.
Business24, presente all’inaugurazione a Lingotto Fiere (leggi qui l’intervento di Maria Falcone e qui i saluti istituzionali) ha chiesto agli editori presenti al Salone del Libro 2022 se e come collaborano con queste nuove personalità del panorama social globale: è emerso che la maggior parte di loro ha investito ampio spazio in queste collaborazioni, anche se con modalità differenti.
«Il rapporto con i social è importantissimo perché è tutto più diretto quindi riuscire a comunicare in modo visivo. il rapporto con il lettore è più immediato perché vedono la copertina, leggono la trama, riconoscono il genere. Il mondo editoriale è cambiato tantissimo proprio per questo però ci sono editori magari della vecchia scuola che non usano ancora i social. Noi come editori giovani siamo nati sui social e sono stati la nostra vetrina, è fondamentale», ci ha spiegato Queen Edizioni, che ha all’attivo diverse collaborazioni con i bookinfluencer. «Senza di loro non saremmo nessuno perché sono loro che magari girano i titoli e danno magari modo di scoprire anche autori che non conoscono».
Approccio diverso quello di Beccogiallo (leggi qui i risultati dei fumetti sul mercato editoriale italiano): «non ci appoggiamo particolarmente agli influencer. Nell’ultimo anno è capitato di inviare qualche copia omaggio a giornalisti mirati o appassionati forti, ma non in maniera sistematica. Dall’altra parte, negli ultimi 5-6 anni abbiamo cominciato a fare molti webcomics, fumetti che vengono dal web, persone che sui social hanno molto seguito, cosa che una volta pubblicato il libro paga. Non sono influencer, sono fumettisti che pubblicano online. I social servono tanto anche per questo, trovare nuove persone con cui ti piacerebbe lavorare, artisti che hanno il loro profilo, una sorta di portfolio pubblico».
Come lavorano i bookinfluencer? Per rispondere a questa domanda abbiamo intervistato Samanta Zhang conosciuta su Instagram con il nickname @samlibrary94:
-Come hai iniziato a collaborare con le case editrici italiane?
«Ho iniziato aprendo la pagina in anonimato e postando foto di libri con citazioni e consigli poco articolati. Poi mi sono appassionata: mi sono mostrata, ho iniziato a curare di più la pagina e quando sono arrivata ai 1.500 follower ho chiesto una collaborazione a Il Saggiatore. Da lì sono partita. Con il tempo mi hanno contattato altre case editrici e alla fine si è creato un rapporto più intenso».
-Non hai mai pensato di renderlo il tuo lavoro?
«No, perché non sono una critica letteraria, do solo dei consigli».
-Quanto è importante il ruolo di mediazione dei bookinfluencer?
«Tanto. Quello che è nato negli ultimi anni sui social è un vero e propria passaparola tra amici. Quando sento un amico e gli consiglio un libro lui si fida dei miei consigli: perché lo conosco e si fida di me, dei miei gusti; quando uno va in libreria a comprare un libro con le idee già chiare è perché gli è stato consigliato da qualcuno di fidato e non perché ha letto la critica sul giornale. Sono due lavori diversi. Come pubblicità i social fanno tantissimo, basti pensare a come TikTok sia stato fondamentale negli ultimi anni, a quanti casi letterari sono nati da TikTok e non solo di nuove uscite ma anche di libri che a un certo punto sono ritornati in vetta alle classifiche perché sono diventati virali su TikTok. Tanto che adesso nelle librerie Feltrinelli c’è l’angolo BookTok».
-Qual è il segreto?
«La maggior parte delle persone quando cerca un consiglio sui libri cerca un consiglio emotivo. Sono pochi quelli che cercano il commento tecnico. I lettori vogliono qualcosa di più emotivo e i social danno questo. Il contatto umano».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
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