Mentre si riapre ai negoziati e a un possibile scambio di prigionieri, avanza l’offensiva russa a est dell’Ucraina. Oggi atteso il presidente polacco Duda al Parlamento di Kiev
«Li porteremo a casa. Questo è quello che dobbiamo fare con i nostri partner che si sono presi la responsabilità» ha dichiarato ancora il presidente ucraino Zelensky parlando dei prigionieri di Azovstal, che potrebbe fare da ago della bilancia per consentire un avanzamento della diplomazia.
La possibilità di uno scambio fra le truppe di Azov e l’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk potrebbe intanto essere già sfumata: Leonid Slutsky ha riferito di essere stato frainteso (“le mie parole sono state riportate male”) facendo quindi un passo indietro. Prima della caduta dell’acciaieria era stato lo stesso politico filorusso si era appellato a Putin proponendo lo scambio di prigionieri.
Intanto i russi si starebbero preparando a intensificare l’offensiva militare anche a Oriente, muovendosi verso Sloviansk e riprendendo i bombardamenti a Vernopil, Dibrivne e Dovhenke: nelle ultime 24 ore gli ucraini hanno già respinto 9 attacchi sul fronte di Donetsk e Luhansk.
Ad Azovstal si sono arresti quasi 2.500 soldati ucraini e “2.439 persone sono state detenute e sono in custodia, di cui 78 sono donne“. Fra questi c’erano anche stranieri combattenti (leggi qui).
Non si esclude la possibilità che vi sia ancora qualcuno all’interno dell’acciaieria: «avevano cibo e acqua a sufficienza, avevano anche armi a sufficienza – ha spiegato il leader separatista filorusso Denis Pushilin – Il problema era la mancanza di medicinali. Non escludiamo che qualcuno sia rimasto. Verrà effettuato un controllo approfondito».
Intanto, oggi il presidente polacco Duma interverrà al Parlamento ucraino: è il primo capo di Stato straniero a tenere un discorso alla Verkhovna Rada dall’inizio dell’invasione.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/TELEGRAM ZELENSKY
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