
L’inflazione degli Stati Uniti si è ulteriormente infiammata, zavorrando chi sperava che il balzo dei prezzi avesse testato il picco. Aumenta lo spettro di una Fed ancora più aggressiva
Vola l’inflazione negli Usa. Secondo il Bureau of Labour Statistics americano a maggio i prezzi al consumo hanno registrato un incremento dell’1% su base mensile, dopo il +0,3% del mese di aprile e contro il +0,7% delle previsioni.
Su base annua la crescita dell’inflazione è stata dell’8,6%, superiore al +8,3% del mese precedente e atteso dal mercato. Si tratta del record da dicembre 1981. A fare da traino sono stati immobiliare, carburanti e cibo.
Il dato core, ossia l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, più osservato dalla FED, ha registrato un aumento dello 0,6% su base mensile e +6% a livello tendenziale.
E’ chiaro quindi che a maggio l’inflazione degli Stati Uniti si è ulteriormente infiammata, mettendo a tacere chi sperava che il balzo dei prezzi avesse testato il picco. Ora si fa sempre più concreta l’ipotesi di nuovi rialzi dei tassi da parte della Banca centrale destinati a rimanere aggressivi, visto che l’impennata dei prezzi continua ad assediare l’economia.