
Il ministro ha ribadito l’importanza del Pnrr per una “cultura di lavoro” che promuova la collaborazione fra enti e privati: “non c’è Titolo V che tenga”
Il ministro degli Esteri Di Maio è tornato a parlare del Pnrr dal palco della fiera Bluexperience in corso a Napoli. Riprendendo l’appello di Draghi alle Regioni sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, il titolare della Farnesina ha ribadito che “il Pnrr va concluso, e su questo non c’è Titolo V della Costituzione che tenga“, riferendosi alla questione della ripartizione delle competenze fra Stato ed Enti.
«Serve sinergia tra tutti gli enti istituzionali – ricorda quindi Di Maio – dal più piccolo Comune al Governo centrale passando per Regioni, Città metropolitane e Università, ma serve soprattutto il partenariato pubblico-privato».
«Nel Pnrr c’è una cultura che è molto più del privato che del pubblico, in cui l’Europa eroga i fondi in base ai risultati che si ottengono, ai progetti che si realizzano, e all’effetto e impatto sul Pil che si produce – prosegue il ministro – Se non si producono i risultati individuati dal Pnrr non si accede alla tranche successiva dei fondi, al semestre successivo. È il modo in cui lavorano le imprese ogni giorno, e su questo la conclusione del Pnrr, che è nel 2026 quindi dopodomani, lasci anche negli enti pubblici italiani una cultura di lavoro in questo senso».