Si tratta dell’aumento più alto dal 1994. Il costo del denaro sale, così tra l’1,50% e l’1,75%
L’aumento tanto atteso e temuto dagli analisti è arrivato: la Fed ha alzato i tassi dello 0,75%. Si tratta dell’aumento più alto dal 1994.
La decisione è stata presa nel tentativo di fermare l’impennata dell’inflazione, schizzata ai massimi da 40 anni.
Il costo del denaro sale così in una forchetta tra l’1,50 e l’1,75%.
La Banca Centrale taglia le stime crescita e prevede un Pil al +1,7% per il 2022 e per il 2023. In precedenza aveva stimato una crescita del +2,8%
Nel comunicato diffuso al termine dell’ultimo incontro del Comitato Fedarale (Fomc), la Federal Reserve si dice “fortemente impegnata” a far calare l’inflazione al 2%.
Stando alle ultime stime della stessa Banca Centrale degli Stati Uniti, l’inflazione è prevista al 5,2% nel 2022 e al 2,6% nel 2023.
«L’economia sembra aver accelerato e il tasso di disoccupazione resta basso – si legge nel comunicato finale della Fed – L’inflazione è elevata riflettendo gli squilibri fra la domanda e l’offerta in seguito alla pandemia e gli alti prezzi dell’energia. Siamo molto attenti ai rischi di inflazione».