La ripresa dell’import attraverso il Mar Nero potrebbe sostenere la contrazione dei prezzi in particolare di mais e olio di semi, ma anche pane e pasta
Erano diverse settimane che il mondo intero invocava lo sblocco dei porti ucraini per il trasporto dal Paese di materie prime alimentari. Ora sembra che il traffico e l’export di cibo stiano lentamente ripartendo nel Mar Nero: come cambierà il carrello della spesa italiano? Secondo il responsabile economico di Coldiretti Lorenzo Bazzana saranno diverse le categorie di alimenti il cui prezzo tornerà a scendere.
In particolare, i primi benefici attesi dalla riapertura dei porti riguardano l’olio di semi e il mais, due prodotti per i quali l’Italia è fortemente dipendente dall’estero. Nel porto di Ravenna sono già arrivate 15mila tonnellate di semi di mais e nei prossimi giorni sbarcheranno altre navi cargo, con 6mila tonnellate di semi di girasole dirette verso il porto di Monopoli.
Ecco che gradualmente andrà a scendere il prezzo tanto delle materie prime acquistate al supermercato quanto quello dei prodotti associati; le imprese pagheranno meno i mangimi degli animali e i privati risparmieranno su diversi prodotti di largo consumo, a partire ad esempio dai prodotti a base di mais senza glutine.
Non bisogna aspettarsi invece grandi cambiamenti per quanto riguarda altre categorie non toccate dall’export ucraino ma ancora succubi dell’inflazione, quali frutta e verdura che anzi rischiano ulteriori rincari dopo i danni provocati dalle alluvioni degli ultimi giorni.
Coldiretti ricorda comunque che il prezzo di questi beni alimentari, compresi pane e pasta, non dipendono solo dal costo della materia prima ma sono fortemente influenzati anche dal costo dell’energia che, se dovesse proseguire la sua corsa al rialzo, minimizzerebbe l’effetto della riapertura dei porti.