
Gli investitori Usa sono ormai sicuri che la Federal Reserve alzerà i tassi d’interesse, al termine della prossima riunione del 20-21 settembre, di 75 punti base per la terza volta consecutiva
Apertura in calo a Wall Street, dopo la seduta in deciso rialzo di ieri, la migliore dal 10 agosto. L’inflazione e il rialzo dei tassi restano al centro della discussione: poco fa, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha ribadito la necessità per la Banca centrale di proseguire con decisi rialzi dei tassi d’interesse per frenare l’inflazione.
Da Francoforte la presidente della Bce, Christine Lagarde commentava il rialzo dei tassi in Europa dello 0,75%.
Gli investitori sono ormai sicuri che la Federal Reserve alzerà i tassi d’interesse – al termine della prossima riunione del 20-21 settembre – di 75 punti base per la terza volta consecutiva. Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones perde 218,86 punti (-0,69%), lo S&P 500 cede 28,55 punti (-0,72%), il Nasdaq è in calo di 101,08 punti (-0,86%). Il petrolio Wti al Nymex sale dell’1,76% a 83,38 dollari al barile, dopo aver chiuso ieri ai minimi da gennaio.
In questo scenario, I mercati azionari del Vecchio continente restano deboli: la Borsa di Francoforte scende dell’1,5%, seguita da Milano (-1,2%), Parigi (-1%), con Amsterdam e Madrid in calo dello 0,8%.
Resta la tensione sui titoli di Stato, con quelli italiani attualmente maggiormente sotto pressione: il rendimento del Btp a 10 anni è al 3,96% con un aumento di 11 punti base e lo spread nei confronti della Germania sale a quota 230.
In Piazza Affari scivola Tim (-4,8% a 0,192 euro), con Terna, Italgas, A2a e Iveco in calo di tre punti percentuali. Forti Unicredit e Banco Bpm, che più di altri titoli del settore usufruiscono del rialzo dei tassi sull’euro. La moneta unica resta sotto la parità rispetto al dollaro, a quota 0,997.
Dopo aver toccato un minimo a 194 euro, il prezzo del gas all’hub di Amsterdam torna a crescere seppur lievemente. All’hub olandese il Ttf si attesta a 213,5 euro, in lieve calo dello 0,179% rispetto alla chiusura di ieri.
Invece i prezzi del petrolio virano in calo appesantiti dai timori innescati dal braccio di ferro tra l’Unione europea e la Russia sulle forniture energetiche. I future del greggio Brent cedono il 5,70% a 87,31 dollari al barile, dopo aver chiuso ai minimi dall’inizio di febbraio nella sessione precedente. I future del greggio statunitense perdono il 6,12% a 81,33 dollari al barile.