
Usciti dal territorio “orso”, gli indici potrebbero comunque continuare a scendere, secondo gli analisti: il rischio di una recessione globale è ora molto alto
Apertura in rialzo a Wall Street, dopo che Dow Jones e S&P 500 hanno chiuso, ieri, ai minimi dal 2020. Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones sale dell’1%, lo S&P 500 guadagna 40,22 punti (+1,10%), il Nasdaq Composite è in rialzo di 169,97 punti (+1,57%).
La sterlina, finita ai minimi storici, sta registrando un lieve rimbalzo a 1,0781 dollari, dopo essere scesa ieri a 1,0382; in lieve recupero anche l’euro (+0,12%) a 0,9621 dollari. In calo anche i rendimenti dei titoli del Tesoro, dopo che il decennale e il titolo a due anni hanno toccato rispettivamente i massimi dal 2011 e dal 2007.
Assestamenti che danno sollievo agli indici, reduci da cinque sedute consecutive in calo, con il Dow Jones finito in territorio “orso” (-20% dal suo recente massimo) e lo S&P 500 che ha “cancellato” oltre 2.000 miliardi di dollari.
Ma gli indici potrebbero continuare a scendere, secondo gli analisti: il rischio di una recessione globale è ora molto alto; per Ned Davis Research, le possibilità che si verifichi sono al 98%. Un ex funzionario della Banca centrale cinese, intanto, ha avvertito che la politica aggressiva della Federal Reserve sui tassi d’interesse sta destabilizzando i mercati finanziari globali, danneggiando le altre economie. «È difficile ottenere un atterraggio morbido per l’economia, ma è possibile», ha detto ieri Susan Collins, presidente della Fed di Boston.
Il presidente della Fed di Chicago, Charles Evans, si è detto preoccupato che la Banca centrale stia alzando troppo i tassi d’interesse, e troppo velocemente. Intervistato dalla Cnbc, Evans ha comunque detto di essere ancora “cautamente ottimista” sulla possibilità che gli Stati Uniti possano evitare una recessione.
Passando ai dati, gli ordini di beni durevoli sono diminuiti, ad agosto, per il secondo mese consecutivo (-0,2%). Primo calo mensile, dal gennaio 2019, per i prezzi delle case (-0,3%), a causa del calo della domanda dovuto al forte rialzo dei tassi dei mutui, ai massimi dalla crisi finanziaria del 2008; su base annua, i rialzi hanno registrato una brusca frenata (+15,8%, dopo il 18,1% del mese precedente).
Il petrolio Wti al Nymex sale dell’1,76% a 78,06 dollari al barile, dopo aver chiuso ieri ai minimi da gennaio. Anche il prezzo del gas sale a 189,9 euro al megawattora, in rialzo del 9,29%, “complice” le tre perdite nel gasdotto Nord Stream.
Le Borse europee tentano il recupero dopo la debolezza della vigilia, anche se gli investitori sono attenti all’andamento dei tassi ormai su livelli elevati.
A metà seduta Francoforte registra un progresso dello 0,52%, Parigi dello 0,55% e Amsterdam dello 0,95%. E’ piu’ fiacca Madrid che oscilla sulla parità. Londra, ormai sorvegliata speciale dopo che la premier Liz Truss ha presentato il piano di decisa politica fiscale espansiva, arretra dello 0,4%.
Discorso diverso per Piazza Affari, che dopo la buona performance della vigilia, è dominata dalla volatilità, con gli investitori che si interrogano sulle future mosse del governo di centrodestra. Il Ftse Mib è arrivato a guadagnare oltre l’1%, poi ha girato in negativo segnando un calo dell’1% e quindi ha recuperato fino a tornare di nuovo positivo (+0,2%).
Sul listino milanese, Enel cede il 2%. Dopo il rialzo di ieri, frena anche Fineco (-2,3%), mentre sono ben comprate le Nexi (+4,1%) nel giorno della presentazione del piano industriale al 2025. Spicca la performance di Ferrari (+2%), che beneficia delle notizie sull’ipo di Porsche. Va bene St (+3,28%) e continua a salire Moncler (+1,5%). Perdite in ordine sparso per i bancari.