
Dopo la riduzione della produzione Opec+, Biden medita di ridurre le sanzioni al Venezuela
Dopo i primi minuti di scambi il Dow scende di 120,51 punti (-0,40%), lo S&P 500 di 11,31 punti (-0,30%), il Nasdaq Composite è in ribasso di 13,26 punti (-0,12%).
Continuano a perdere lo slancio di inizio ottobre, gli indici azionari statunitensi mentre gli investitori fanno i conti con la decisione dell’Opec+ sui tagli alla produzione del petrolio e i dati sul mercato del lavoro Usa, ancora forti nonostante i rialzi della Fed.
Ridurre di due milioni di barili al giorno, l’estrazione di petrolio potrebbe esacerbare l’inflazione e la crescita economica e per queste ragioni l’amministrazione Biden, secondo il Wall Street Journal, si prepara a ridurre le sanzioni al regime di Maduro in Venezuela per consentire la ripresa delle esportazioni per il mercato Usa ed europeo.
Sul fronte interno si riducono le speranze che la Fed rallenti la sua politica monetaria restrittiva, dopo dati migliori delle attese sui Pmi e Ism servizi e sul lavoro. Il settore privato statunitense ha aggiunto 208.000 posti di lavoro il mese scorso e si attende il report sull’occupazione che verrà pubblicato domani e che orienterà le decisioni della Banca Centrale. Oggi i dati sui sussidi di disoccupazione hanno registrato un aumento di 29.000 a 219.000, oltre le attese a 203.000.
Ieri il il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic, hanno continuato ad affermare la necessità di ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Oggi attesi vari discorsi di governatori e funzionari della Fed. Biden sarà nell’Hudson Valley per promuovere la sua politica sul lavoro.
Al di qua dell’oceano, Francoforte perde lo 0,5%, Parigi lo 0,69%, Madrid lo 0,42%, Amsterdam lo 0,65% e Londra lo 0,52%. La peggiore è Milano, con il Ftse Mib giù dello 0,9% (dopo aver toccato anche -1%).
Lo spread è in calo a 240 punti, ma i rendimenti dei Btp a dieci anni sono elevati e pari al 4,44%. L’Italia è sotto i riflettori nell’attesa della formazione del nuovo governo e dopo l’allarme lanciato da Moody’s: se non saranno effettuate le riforme per il Pnrr, verrà tagliato il giudizio sul debito del nostro Paese.
A Piazza Affari vanno male le banche con Banco Bpm che guida i ribassi giù del 3,8%. E’ in netto ribasso anche il risparmio gestito. Fineco sta dimezzando le perdite a poco più del 2%, grazie ai dati sulla raccolta netta di settembre di 515 milioni. Dopo un avvio in rialzo, stanno scivolano le St (-0,6%) e le Telecom Italia (-0,2%). Si salvano dalle vendite le Iveco (+1%), le Pirelli (+1,1%) e le Moncler (+1,1%), quest’ultime nell’attesa che si apra la stagione delle trimestrali per le società del lusso. Bene anche Ferrari (+0,47%) e Prysmian (+0,5%). Fuori dal paniere principale, Banca Mps accusa un ribasso del 5,58%, penalizzata dai dubbi sull’esecuzione dell’aumento di capitale che dovrebbe essere iniziare nelle prossime settimane.
Infine la volatilità del petrolio influenza i titoli oil: il wti (contratto di novembre), che ha più volte cambiato direzione, cede lo 0,4% attestandosi a 87,4 dollari al barile. Va giù il prezzo del gas: a 169,74 euro al megawattora, in ribasso del 2,27%. Infine l’euro passa di mano a 0,989 dollari (ieri in chiusura a 0,985 dollari) e a 143 yen (142,63 yen), mentre il cambio dollaro/yen è pari a 144,74 (144,74).