
Al di qua dell’oceano, la peggiore è Madrid (-2,3%), seguita da Parigi (-1,7%), Milano (-1,6%), dove si attende l’incarico a Meloni per formare il nuovo governo, e Francoforte (-1,5%)
Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones perde 109,16 punti (-0,36%), lo S&P 500 cede 15,65 punti (-0,43%), il Nasdaq è in calo di 59,79 punti (-0,56%). Il petrolio Wti al Nymex in rialzo dello 0,32% a 84,78 dollari al barile.
Apertura in calo a Wall Street, con gli indici stretti tra i risultati positivi delle trimestrali e le preoccupazioni per una recessione, suffragate anche dagli ultimi dati macroeconomici.
«Una recessione è sempre più probabile prima della fine dell’anno», ha affermato Ataman Ozyildirim, direttore del centro di ricerca del Conference Board, dopo la pubblicazione del suo superindice dell’economia statunitense (LEI), diminuito a settembre per il sesto mese su sette (-0,4% a 115,9 punti, con attese per un calo dello 0,3%).
La Fed, nel frattempo, prepara il quarto rialzo consecutivo dei tassi d’interesse da 75 punti base per cercare di frenare l’inflazione. Secondo il Wall Street Journal, però, tra i banchieri comincerebbe a circolare l’opinione che sia il momento di rallentare il passo della stretta per non causare troppi danni all’economia.
Segnali di recessione, intanto, arrivano dal settore immobiliare: a settembre, l’indicatore sulle vendite di case esistenti è sceso dell’1,5% rispetto al mese precedente a un tasso annualizzato di 4,710 milioni di unità, scendendo al livello più basso dal maggio 2020. Si è trattato dell’ottavo calo mensile consecutivo. Rispetto al settembre 2021, le vendite sono diminuite del 23,8%. Mercoledì, dati sotto le attese per i nuovi cantieri edili (-8,1%) e i permessi edilizi (+1,4%), che registrano cali annuali rispettivamente del 7,7% e del 3,2%.
Al di qua dell’oceano, la delusione per le trimestrali di molti big europei, da Adidas a Kering, zavorra i listini del Vecchio Continente, che a metà seduta si muovono in territorio negativo sui minimi di giornata. La peggiore è la Borsa di Madrid (-2,3%), seguita da Parigi (-1,7%), Milano (-1,6%), dove si attende a breve l’incarico a Giorgia Meloni per formare il nuovo governo, e Francoforte (-1,5%). Anche Londra ha girato in negativo in attesa del nome del successore di Liz Truss.
Sul Ftse Mib milanese vanno giù Moncler (-3,4%) come tutto il comparto del lusso europeo, Buzzi (-3,2%) e Campari (-3,1%). Male l’auto con Pirelli (-2,8%). Realizzi su Interpump (-2%) dopo il recente M&A. Tra le poche a salvarsi Leonardo (+1,1%) sulle indiscrezioni di possibili forniture di aerei militari dell’Italia alla Polonia. Fuori dal listino principale strappa Antares Vision (+19,4%), il cui titolo si è “acceso” sull’ipotesi di delisting (ma la società ha spiegato di non avere preso alcuna decisione su eventuali operazioni straordinarie).
Sul fronte dei cambi, l’euro è debole a 0,974 dollari mentre è terminato il recupero della sterlina, successivo alla dimissioni della premier, con la divisa inglese tornata a 1,11 verso il biglietto verde (-1%).
Infine, il gas ad Amsterdam è in calo, intorno ai 115 euro. Sul mercato Ttf i future di novembre per il gas naturale si attesta a 115,51 euro a megawattora, in calo del 9,152%