
Gli analisti si aspettano un ulteriore aumento dei tassi ma anche un discorso del presidente Powell con toni meno da “falco”
Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones perde 96,96 punti (-0,30%), lo S&P 500 cede 7,17 punti (-0,19%), il Nasdaq Composite è in calo di 13,42 punti (-0,12%). Il petrolio Wti al Nymex perde lo 0,16% a 88,23 dollari al barile.
Apertura in lieve calo, quindi, a Wall Street, in attesa della decisione della Federal Reserve sui tassi d’interesse, in programma alle 19 italiane. La Banca centrale annuncerà, molto probabilmente, un altro aumento dei tassi d’interesse di 75 punti base, il quarto consecutivo, però gli analisti credono che la Fed deciderà poi di rallentare il passo, vista la debolezza di alcuni dati macroeconomici, e di procedere con un aumento di 50 punti base a dicembre; poi, prevedono due rialzi consecutivi di 25 punti all’inizio del 2023. In questo modo, i tassi toccherebbero il 5% a marzo.
Sull’azionario, il titolo di Advanced Micro Devices guadagna il 3,7% ed è il secondo miglior titolo sullo S&P 500, nonostante una trimestrale inferiore alle attese degli esperti, perché i ricavi dei suoi quattro segmenti sono stati superiori alle proiezioni fornite dalla società a ottobre. L’utile adjusted è stato di 67 centesimi per azione su ricavi di 5,57 miliardi di dollari, contro attese del consensus per 68 centesimi su 5,62 miliardi. Rispetto a un anno prima, i ricavi sono aumentati del 29%.
In rialzo i titoli di Walgreens (+0,57%) e CVS Health (+2,6%), che hanno proposto entrambe un risarcimento di circa 5 miliardi di dollari per chiudere tutte le cause rimanenti con gli Stati, le città e le tribù dei nativi americani riguardanti la crisi degli oppioidi negli Stati Uniti.
Il titolo di Amazon è piatto (+0,05%), dopo aver perso ieri il 5,52% a 96,79 dollari, per una capitalizzazione del gigante dell’e-commerce sotto i 1.000 miliardi di dollari per la prima volta dal 6 aprile 2020.
Il titolo di Ferrari perde quasi il 3%, nonostante una trimestrale positiva. La società ha fatto sapere di avere registrato nel periodo giugno-settembre un utile netto di 228 milioni su ricavi per 1,25 miliardi, dati superiori alle attese e saliti del 18,7% rispetto a un anno prima. Inoltre, è stata rivista al rialzo la guidance per l’intero anno. Tutti in calo gli undici settori sullo S&P 500, a partire dall’immobiliare (-1,5%).
Al di qua dell’oceano, Borse europee deboli al giro di boa della metà seduta, fatta eccezione per Milano. I listini del Vecchio Continente sono abbastanza ingessati, in attesa delle decisioni che questa sera annuncerà la Federal Reserve in tema di politica monetaria. Parigi perde lo 0,2%, Madrid lo 0,1%, Francoforte lo 0,39% e Amsterdam lo 0,1%. Va giù anche Londra (-0,38%). A Milano il Ftse Mib guadagna lo 0,2%, mentre lo spread si attesta a 215 punti e il rendimento dei Btp decennali sale al 4,29%.
A Piazza Affari spicca la performance di Telecom (+2,78%), spinta ancora dalla speculazione su il possibile lancio di un’opa da parte di Cdp, mentre va avanti la trattativa per la cessione della rete della compagnia. Sono positive le banche, nonostante Moody’s abbia abbassato a negativo l’outlook del comparto. Unicredit registra un +0,8%, dopo la corsa delle ultime settimane. Vanno bene Enel (+1,5%) ed Eni (+0,8%), mentre Saipem (-3%) risente delle prese di beneficio dopo la recente corsa. Vanno giù anche le Amplifon (-2,8%), dopo che la concorrente danese Demant ha lanciato un profit warning sui conti 2022.
Sul fronte dei cambi, l’euro/dollaro si attesta a 0,9895 (ieri in chiusura a 0,9872). La divisa unica è inoltre scambiata a 145,5 yen (146,19 yen), mentre il dollaro-yen si attesta a 147 (148,06). Il petrolio, tonico in mattinata, ha rallentato il passo: il Wti, contratto di dicembre, guadagna lo 0,1% attestandosi a 88,46 dollari al barile. Dopo la frenata di ieri, sale del 6,9% il gas: il contratto di dicembre si attesta a 124,2 euro per megawattora.