Gli investitori temono che la Federal Reserve possa decidere di non rallentare il passo dei rialzi dei tassi d’interesse, vista la forza del mercato del lavoro
Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones perde 291,41 punti (-0,85%), lo S&P 500 cede 46,10 punti (-1,13%), il Nasdaq Composite è in calo di 160,57 punti (-1,4%). Il petrolio Wti al Nymex scende dello 0,15% a 81,10 dollari al barile.
Apertura in calo a Wall Street, dopo il rapporto sull’occupazione statunitense. A novembre, sono stati creati 263.000 posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 200.000 posti. Il dato di ottobre è stato rivisto da 261.000 a 284.000. La disoccupazione è rimasta al 3,7%, in linea con le stime. I salari orari medi sono aumentati di 18 centesimi, lo 0,55%, a 32,82 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 5,09%. La settimana media lavorativa è diminuita di 0,1 ore a 34,4 ore. La partecipazione della forza lavoro è stata pari al 62,1%, a 1,3 punti percentuali di distanza dai livelli del febbraio 2020, prima dell’inizio della pandemia di coronavirus.
Ora, gli investitori temono che la Federal Reserve possa decidere di non rallentare il passo dei rialzi dei tassi d’interesse, vista la forza del mercato del lavoro. Questo nonostante appena due giorni fa, il presidente della Fed, Jerome Powell, abbia detto che il passo del rialzo dei tassi d’interesse potrebbe rallentare già dalla prossima riunione prevista a dicembre. Per Powell, sono stati fatti “molti progressi” contro l’inflazione, ma “c’è ancora molto da fare”. Nelle ultime quattro riunioni, la Fed ha deciso di alzare i tassi, ogni volta, di 75 punti base.