
Calano i disoccupati, ma non abbastanza; alle 16 i dati sull’industria made in Usa
Una giornata che poteva andare peggio, ma che non soddisfa appieno le speranze degli investitori questa del 6 gennaio 2023: sono infatti stati pubblicati i dati sull’occupazione negli Stati Uniti, attesissimi per capire se sarà possibile almeno cementare il vantaggio dei mercati faticosamente ottenuto questa mattina o meno. E come per i valori dell’Eurozona, la tiritera anche per i numeri macroeconomici degli States è: poteva andare peggio, ma anche meglio.
È vero che rispetto alle stime precedenti il tasso di disoccupazione è meno pressante di quello che ci si attendeva (le stime ipotizzavano il 3,7 % ma fortunatamente si è fermato al 3,5) ma il numero degli occupati cresce lentamente (troppo): anche se fa meglio delle prime ipotesi (si pensava a 200 mila unità) gli occupati a stelle e strisce si fermano a 223 mila; un numero decisamente ridotto rispetto all’ultima misurazione di 256 mila.
Ora tutti gli occhi sono puntati su ISM (indice nazionale espresso in punti che serve per valutare lo stato di salute del settore dei servizi negli Stati Uniti) e i dati sull’industria; il secondo in particolare sarà cruciale per capire se e come l’economia degli “sceriffi” sta rallentando e ipotizzare scenari futuri per partner e competitor.