
Nonostante l’andamento dei futures facesse pensare ad un’apertura tendenzialmente positiva per Wall Street, l’S&P 500 e il Dow hanno aperto leggermente negativi. Si salva il Nasdaq
La Borsa statunitense sembrava orientata ad aprire poco sopra la parità, impressione che, nata da uno sguardo ai futures, non si è totalmente tradotta in realtà al suono della campanella. Infatti l’S&P 500 apre con un leggero passivo dello 0,02% segnato anche dal Dow mentre il Nasdaq riesce a restare a galla seppur con un debole 0,04%.
In Europa i listini hanno invece registrato un andamento che, nel momento in cui apriva Wall Street, poteva essere definito tranquillo. Infatti il Ftse Mib aleggiava intorno allo 0,3% in territorio positivo, il Dax, poco sopra, si attestata sullo 0,4%, e il Ftse 100 intorno alla parità con uno 0,07%. Il Cac 40 di Parigi, invece, arretrava, anche se di poco, con un debole -0,04%.
La seduta che si apre in questi minuti è la prima dopo le parole di Jerome Powell numero uno della Federal Reserve, che hanno scosso il mercato con la conferma di aumenti sui tassi, più alti di quanto inizialmente prospettato. Parallelamente i rendimenti dei titoli di stato hanno continuato a salire.
Continua il calo del petrolio, sia sul Brent che sul Wti, i quali, dopo le immediate ammissioni di Powell, avevano fatto registrare un primo contraccolpo negativo. Stabile l’oro, intorno ai 1.813 dollari l’oncia, e il cambio eurodollaro.
Tra i dati macro più importanti indubbiamente quelli riguardanti il lavoro e in particolare la rilevazione sugli occupati nel settore privato a febbraio, in aumento. Ennesima conferma di un mondo del lavoro ancora particolarmente surriscaldato nonostante le azioni della Fed. Ma interessanti sono anche le rilevazioni del deficit commerciale di gennaio e delle richieste settimanali di mutui. Tra i dati da pubblicare, invece, risalta quello sulle scorte settimanali di petrolio.
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