
L’impennata dei prezzi energetici ha colpito maggiormente le famiglie nella fascia più bassa di reddito, facendogli perdere il doppio del potere d’acquisto rispetto a quelle nel quintile più alto
Le famiglie più povere sono le più penalizzate dai rincari energetici. Questo in sintesi quanto emerge da un rapporto della Banca centrale europea che ha analizzato i dati tra il terzo trimestre del 2021 e il terzo trimestre del 2022. Ebbene, dallo studio emerge che l’impennata dei costi energetici ha colpito maggiormente le famiglie con il reddito più basso, facendogli perdere il doppio del potere d’acquisto rispetto a quelle nel quintile più alto, nonostante gli aiuti dei governi.
Secondo la Bce diversi sono i motivi: per prima cosa le esposizioni energetiche variano in modo significativo tra i gruppi di reddito (le famiglie nel quintile più basso spendono il 12% del loro reddito in elettricità, gas e riscaldamento, mentre le famiglie nel quintile più alto spendono solo il 4%). Anche l’elasticità del reddito cambia molto tra le famiglie, poiché il reddito da lavoro, la principale fonte per le famiglie della fascia più bassa, è meno ciclico, mentre il reddito non da lavoro (percepito principalmente dalle famiglie ricche) è più ciclico. Inoltre, le riserve di liquidità delle famiglie più povere sono minori.
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