Il 29% delle donne non lavora più dopo la nascita del figlio o per mancato rinnovo del contratto o perché viene licenziata
In Italia una donna su cinque è fuori da mercato lavoro dopo la nascita del figlio. In pratica non lavora più il 18% delle donne tra i 18 ed i 49 anni. È quanto emerge dal Rapporto Plus 2022. Comprendere la complessità del lavoro che raccoglie i risultati dell’indagine Inapp-Plus condotta su un campione di 45.000 individui dai 18 ai 74 anni e che è stato presentato oggi a Roma, alla vigilia della Festa della Donna, nel corso di un convegno.
E’ una triste realtà soprattutto considerando che tra le motivazioni principali ci sono la difficoltà nel conciliare lavoro e cura della prole (52%), seguita dal mancato rinnovo del contratto o licenziamento (29%) e da valutazioni di opportunità e convenienza economica (19%).
Nei nuclei familiari composti da un solo genitore sono più elevate le quote di uscita dall’occupazione dopo la maternità: 23% contro 18% tra le coppie. Nelle coppie invece è maggiore la permanenza nella non occupazione: 32% contro il 20% tra i monogenitori.
«Si tratta di un fenomeno che ha pesanti effetti demografici ed economici – ha osservato il prof. Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp. – L’Italia è l’ultimo paese per tasso di fecondità in Europa, e proprio nel 2022 è stato toccato il minimo storico di 400.000 nuovi nati; peraltro, la maternità continua a rappresentare una causa strutturale di caduta della partecipazione femminile. Il Paese non può più sopportare, oltre alla “fuga di cervelli”, anche questa altra forma di dispersione del capitale umano legata alla mancata valorizzazione e sostegno dell’occupazione femminile».
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