
Per il momento è un’opzione interessante ma restano ancora alcuni problemi
Una fonte energetica potenzialmente illimitata, che non emette anidride carbonica e che, quindi, potrebbe essere la grande svolta nel settore dei carburanti. Si chiama idrogeno, si forma naturalmente nel sottosuolo attraverso processi geologici naturali, è reperibile in zone caratterizzate da sacche d’acqua ferrosa vicino a fratture tettoniche, presenta giacimenti situati in tutto il mondo ed è alla base di innumerevoli startup che puntano sul suo sfruttamento come, all’inizio del XIX secolo, si fece col petrolio. Dal Mali, al Nebraska passando per la Francia, nella zona dell’Alsazia-Lorena, ricercatori di tutto il mondo stanno cercando di carpire i segreti dei giacimenti di idrogeno geologico soprattutto per riuscire a risolvere il problema più grande delle energie rinnovabili come eolico e solare, ovvero la discontinuità.
Guardando i numeri, secondo i ricercatori, qsi potrebbe avere a che fare con circa 150mila miliardi di tonnellate metriche. Le teorie sulla sua produzione da parte di madre natura lo vedono come un sottoprodotto di una reazione chimica continua in cui l’acqua si mescola con ferro in stato di ossidazione. Una fabbrica naturale che genera una fornitura potenzialmente illimitata e costante di energia pulita. Questa l’opinione di Luke Velterop, coo di HyTerra, società con sede a Subiaco, in Australia. Da sottolineare anche una particolarità. Se finora l’idrogeno prodotto con energia rinnovabile, il cosiddetto idrogeno verde, richiedeva molta energia per essere creato, troppa rispetto a quella fornita successivamente l’idrogeno geologico non presenta questo problema.
Come ha spiegato Geoff Ellis, geochimico specializzato in prodotti petroliferi del Programma di Risorse Energetiche dell’Usgs «Finora questo elemento è stato trascurato, perché si tratta di un gas incolore e inodore consumato in modo molto efficace nel sottosuolo da alcuni tipi di batteri, mentre fuoriesce dal terreno». Resta da risolvere l’unico problema. I giacimenti di idrogeno geologico si trovano spesso troppo in profondità, o in giacimenti difficilmente raggiungibili ma anche, purtroppo, in altri troppo piccoli per rendere economicamente conveniente l’estrazione.
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