
Martedì i mercati statunitensi saranno chiusi per i festeggiamenti del Giorno dell’Indipendenza. Fari sul dato sul lavoro Usa atteso per venerdì
La settimana sarà ricca di dati macro, in particolare quelli provenienti dagli Usa, dai quali sarà possibile ricevere maggiori indicazioni sulle future mosse della Fed, sull’andamento dell’economia e, soprattutto, sul mercato del lavoro.
Venerdì, come segnala l’Agi, usciranno i consueti dati mensili su occupazione e andamento dei salari, con gli economisti che si attendono una lieve moderazione del ritmo di crescita dei nuovi occupati, così come della dinamica salariale. A meno di sorprese, i dati dovrebbero continuare a segnalare una certa tonicità del mercato del lavoro e fornire lo spazio per ritoccare ulteriormente al rialzo i tassi.
Indicazioni sull’idea prevalente all’interno del board della Fed riguardo alle future mosse di politica monetaria potrebbero giungere inoltre dai verbali dell’ultima riunione, che saranno pubblicati mercoledì. Sul fronte macro, oltre al dato sul mercato del lavoro avremo negli Usa anche la pubblicazione degli indici Ism. Il settore manifatturiero, lunedì’, è atteso in contrazione, cioè sotto la soglia dei 50 punti, mentre l’area servizi, giovedì, dovrebbe migliorare leggermente dopo il forte calo visto dell’ultimo mese, restando in espansione.
Martedì i mercati statunitensi saranno chiusi per i festeggiamenti del Giorno dell’Indipendenza.
In Cina mercoledì usciranno gli indici Pmi di Caixin, che comprendono anche le piccole e medie imprese private e che dovrebbero confermare il rallentamento della ripresa cinese. Tuttavia l’attesa dei mercati è tutta concentrata sui nuovi stimoli monetari che Pechino potrebbe annunciare per dare un po’ di slancio alla zoppicante crescita economica del Dragone. Gli analisti dubitano che si tratterà di aiuti importanti, anche perché le autorità cinesi sono ottimiste sul rafforzamento della ripresa nel secondo e nel terzo trimestre.
Per quanto riguarda l’Europa, in Germania saranno pubblicati, giovedì, i dati riguardanti gli ordini di fabbrica e venerdì quelli sulla produzione industriale, che offriranno un quadro sull’evoluzione dell’economia visti i segnali di debolezza giunti dagli indici anticipatori nell’ultimo periodo.
Sul fronte banche centrali, sono attese le riunioni della Rsa australiana (martedì) e della banca centrale polacca (giovedì). Entrambe dovrebbero mantenere i tassi fermi.
Il Nasdaq ha registrato la sua migliore prima metà dell’anno dal 1983. Gli investitori hanno scommesso sulle società ad alto contenuto tecnologico, apettandosi grandi vantaggi dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale. L’indice ha guadagnato il 32% nei primi sei mesi del 2023, registrando la migliore performance dalla bolla delle dotcom della seconda meta’ del 1999.
A trainare il rally sono state big come Apple, Amazon, Microsoft, Nvidia, Alphabet, Meta e Tesla. Le big seven, come le hanno denominate. Venerdì Apple ha raggiunto un nuovo record, arrivando a capitalizzare 3.000 miliardi di dollari. Il produttore di chip Nvidia ha quasi triplicato il prezzo dall’inizio dell’anno. Il Nasdaq è aumentato il doppio dello S&P 500, che pure e’ cresciuto del 16%, anche se senza il traino dei tecnologici sarebbe avanzato solo del 5%.
A preoccupare gli analisti è il fatto che questo rally è il frutto dell’involata di poche aziende e che avviene in un contesto dominato dall’innalzamento dei tassi di interesse, che potrebbe spingere l’economia in recessione. Gli analisti di BlackRock lo definiscono un rally “insolito”, anche se Tony DeSpirito, chief investment officer della società d’investimento, considera “genuino” il recente entusiasmo per l’intelligenza artificiale, a differenza di quello per il metaverso. “La domanda è reale – commenta al Ft – Gli ordini ci sono davvero. La crescita degli utili sta arrivando”.
Anche gli indici blue-chip europei hanno registrato guadagni nella prima metà dell’anno, poichè gli investitori scommettono che l’inflazione rallenterà e che i rialzi dei tassi della Bce raggiungeranno presto un picco. Lo Stoxx 600 paneuropeo ha chiuso il semestre in rialzo di quasi il 9%. Milano a +19% e’ stata la migliore in Europa, seguita da Parigi a +14% e Francoforte a +16%. Insomma, dopo un brutto 2022 l’azionario in questi primi sei mesi del 2023 sta reagendo molto bene.
A parte gli indici anticipatori, che preoccupano, i dati macro usciti la settimana scorsa sono stati positivi e questo ha tranquillizzato i mercati, che si sono scrollati di dosso i timori di recessione. Gli investitori si sono ormai rassegnati a convivere con uno scenario aggressivo sui tassi e si augurano che, prima o poi, l’inflazione si decida a scendere, anche se resta vischiosa e ancora troppo alta.
Lunedì escono negli Usa i dati dell’Ism manifatturiero, che sono un indice anticipatore più veritiero dei Pmi, e giovedì arriva l’Ism servizi. L’industria è il settore che sta risentendo maggiormente della politica da ‘falco’ della Fed.
Il mercato del lavoro Usa venerdì sarà il momento centrale della settimana. Finora l’occupazione statunitense ha retto bene.
Infine, le minute della Fed, con il resoconto dell’ultima riunione del Fomc di giugno, sono in agenda per mercoledì.