Anche l’Europa sembra essere ottimista
L’inflazione statunitense che continua a raffreddarsi permette ai listini statunitensi di iniziare a sperare in un timido ottimismo. Al suono della campanella di avvio, infatti, l’S&P 500 sale dell’1%, il Nasdaq supera l’1,2% e il Dow arriva a superare lo 0,9%. La Federal Reserve, con ogni probabilità, continuerà la sua strategia di rialzi sui tassi accompagnata anche dalla BCE che è partita più tardi e che, presumibilmente, potrebbe raggiungere la sua “collega” statunitense. Eppure nonostante ciò gli operatori restano aggrappati alla speranza che la Banca centrale a stelle e strisce possa decidere di rallentare, per lo meno, la corsa.
Da parte sua la BCE rappresenta un discorso differente visto che, in Spagna, l’inflazione registra un aumento. Ma altre banche centrali sembrano dare man forte agli ottimisti. In primis la banca australiana che ha deciso di fermarsi con i rialzi, almeno per la riunione di luglio.
Parallelamente, poi, in Europa i mercati hanno intrapreso un cammino non differente. Il Ftse Mib italiano, proprio mentre apriva Wall Street, guadagnava l’1,25%, il Dax e il Cac 40 di Parigi l’1,12% e il Ftse 100 si avvicinava all’1,6%.
Tra i dati macro da pubblicare l’attesa negli USA è per le scorte settimanali di petroli ma, soprattutto per i vari interventi di alcuni rappresentanti della Fed (Barkin, Kashkari, Mester) e della Bce (Vujcic e Lane) previsti oggi.
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