
La Fed ha anche indicato che i tassi rimarranno più alti più a lungo. Prevede una politica più restrittiva fino al 2024. Powell: “abbiamo ancora bisogno di vedere ulteriori progressi sull’inflazione”
Anche la Fed non sorprende i mercati. Se la Bce la settimana scorsa ha aumentato i tassi di 25 punti base, esattamente quanto si aspettavano gli analisti, oggi la Banca centrale americana ha deciso per una pausa come atteso dal consenso. Ciò significa che i tassi rimangono fermi nella forchetta compresa tra il 5,25% e il 5,50%, il massimo degli ultimi 22 anni.
Tuttavia, la banca centrale ha anche indicato che i tassi rimarranno più alti più a lungo. Gli indicatori più recenti, spiega la nota della Fed, “suggeriscono che l’attività economica si è espansa a un ritmo sostenuto. L’aumento dei posti di lavoro ha subito un rallentamento negli ultimi mesi, ma rimane forte, e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L’inflazione resta elevata”.
Da marzo 2022 la banca centrale ha aumentato il tasso debitore di riferimento 11 volte, i consumatori ne hanno avvertito l’impatto poiché i rendimenti sui risparmi e sui prestiti sono aumentati.
Questa è la seconda pausa da giugno nella sua campagna di rialzi dei tassi di interesse per combattere l’inflazione galoppante. Non è però la fine della stretta, come dicevamo. Per fine anno 12 governatori prevedono che i tassi salgano al 5,50-5,75%, mentre solo 7 credono che resteranno fermi al livello attuale. La fase di restrizione durerà più a lungo del previsto, ma i tagli saranno più rapidi, a partire da fine 2024.
La Fed prevede di riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2% nel 2026.
Ecco le parole del presidente Powell: «la Fed ha fatto molti passi avanti, ma gli effetti completi devono ancora essere avvertiti. Dobbiamo procedere con cautela. La spesa dei consumatori è particolarmente robusta. Sul fronte del lavoro il tasso di disoccupazione, pari al 3,8%, rimane basso ma la crescita dei salari nominali ha mostrato alcuni segnali di rallentamento. Mi aspetto che il riequilibrio del mercato del lavoro continui. In questo contesto l’inflazione si è moderatamente attenuata dalla metà dello scorso anno e le aspettative a lungo termine sembrano rimanere ben ancorate, come evidenziato in un’ampia gamma di sondaggi condotti su famiglie, imprese e previsori, nonché nelle misure dei mercati finanziari. Tuttavia, il processo per ridurre l’inflazione in modo sostenibile al 2% ha ancora molta strada da fare. Vogliamo vedere prove convincenti del fatto che abbiamo raggiunto il livello appropriato, stiamo vedendo progressi e ne siamo lieti. Ma dobbiamo vedere ulteriori progressi prima di essere disposti a raggiungere questa conclusione».
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