Fari puntati anche sulle quotazioni del petrolio
La Federal Reserve non spaventa Wall Street che nel giorno della riunione della banca centrale statunitense, parte positiva seguendo la scia del resto dei mercati europei.
Infatti all’avvio delle contrattazioni l’S&P 500 registrava un vantaggio intorno allo 0,3% insieme al Dow mentre il Nasdaq superava di poco lo 0,2%. Nello stesso momento, nel Vecchio Continente, il Ftse Mib vantava un attivo dell’1,4% che gli permetteva di occupare la vetta dei listini europei. Da parte sua il Ftse 100 saliva dello 0,8%, il Cac 40 dello 0,6% e il Dax dello 0,7%.
Sotto i fari degli analisti la recente impennata dei prezzi del petrolio che hanno recentemente orbitato intorno al livello dei 94 dollari al barile per poi scendere intorno ai 90. Il rialzo del barile (la paura è una quotazione di 100 dollari al barile) viene come un rischio per l’inflazione infatti potrebbe rendere vani gli sforzi della Fed di raffreddare il rialzo del listino dei prezzi al consumo.
Un primo indicatore arriva dalla Gran Bretagna dove un inaspettato rallentamento dell’inflazione ha aumentato le probabilità che la Banca d’Inghilterra possa sospendere l’aumento dei tassi di interesse dopo aver effettuato un ultimo aumento giovedì, ovvero alla prossima riunione in programma.
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