In futuro il coefficiente di trasformazione potrebbe essere rivisto
Il sistema pensionistico italiano sempre più in fase di trasformazione, soprattutto in virtù di una tenuta dei conti pubblici sempre più difficile. A questo si aggiunga anche un’aspettativa di vita tra le più alte al mondo e una natalità tra le più basse dei paesi occidentali.
Per questo motivo, in futuro, le pensioni potrebbero basarsi su altri tipi di calcoli, non ultimo calcolate l?impiego svolto oppure proprio l’aspettativa di vita. Infatti i più longevi, in futuro, potrebbero essere considerati anche potenzialmente più ricchi e, quindi, ricevere a casa assegni inferiori.
A rendere pubblici i nuovi dati è proprio una ricerca dell’Inps che sottolinea come, alcune categorie di lavoratori, dopo aver raggiunto l’età pensionabile, tendano a vivere più a lungo. Il fattore discriminante potrebbe essere collegato al reddito ma non sarebbe da escludere nemmeno l’area geografica di residenza del pensionato. Tutti elementi, ed anche altri, che potrebbero far cambiare il cosiddetto coefficiente di trasformazione, ovvero quello che finora ha determinato l’assegno pensionistico in base ai contributi versati. Attualmente è uguale per tutti ma, stando alla ricerca dell’istituto, questo potrebbe facilmente essere considerato un trattamento iniquo a causa delle tante disparità territoriali, economiche e sociali all’interno della penisola.
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