
Lo stipendio resta ancora un requisito primario
In Italia il lavoro rappresenta un duplice problema. Se da un lato cresce la domanda, insoddisfatta, di manodopera specializzata dall’altro chi un lavoro lo ha deve fare i conti con una situazione spesso frustrante. Infatti stando ai numeri della ricerca firmata MAW, agenzia per il lavoro e parte di W-Group, su un campione di oltre 2.600 lavoratori, in Italia solo 1/3 degli intervistati si dichiara soddisfatto della propria posizione lavorativa. Il campione analizzato è composta dal 46% di uomini e 50% donne (4% non ha definito il proprio genere) e raggruppano vari rami del settore produttivo. Molti dei quali (62%) in aziende con oltre 50 dipendenti.
Se il primo requisito per il lavoro è uno stipendio adeguato (lo cerca il 76% degli intervistati) è importante anche l’ambiente lavorativo (per il 56%). Importante, nel rapporto lavorativo, anche preservare l’equilibrio familiare, considerato un valore più importante della carriera per il 28% degli intervistati insieme alla realizzazione personale (23%). Dolenti note arrivano dalla voce benefit. Piacciono soprattutto quelli in denaro (54%) ma il 38% non ne percepisce di nessun tipo. Nemmeno tra quelli più diffusi, ovvero i buoni pasto (31%). Tra gli altri benefit sono diffusi anche i pacchetti welfare (25%) e i corsi di formazione (21%).
Il rapporto umano è estremamente importante infatti il 31% del campione ha dichiarato di essere disposto a restare sul posto di lavoro e non cambiarlo proprio per non perdere il rapporto consolidato con i colleghi.
Se oltre la metà del campione ha deciso di cambiare lavoro (56%), il motivo è stato per il 22% lo sfruttamento, per il 19 la mancata valorizzazione e per il 16%, a pari merito, i rapporti non buoni con il proprio datore di lavoro o un mancato bilanciamento vita-lavoro.
FOTO: SHUTTERSTOCK