Mai così in basso la sterlina egiziana, che dopo un crollo ai minimi storici fa aprire una crisi valutaria nella terra dei Faraoni. La Banca centrale, a corto di riserve valutarie per sostenere la moneta nazionale, ha convocato una riunione d’urgenza, annunciando che lascerà la sterlina egiziana a un regime di cambi fluttuanti. Il che significa che la moneta viene posta sotto il regime del sistema monetario internazionale, in cui il valore delle valute, nel senso del loro tasso di cambio reciproco, varia su un mercato specializzato. Non sono quindi gli Stati a determinare direttamente i propri tassi di cambio.
L’istituto centrale, nel tentativo di sostenere la lira, ha deciso un aumento dei tassi d’interesse chiave di ben sei punti percentuali al 27,25%, un’operazione shock.
La crisi, con il Cairo in attesa di un prestito multimiliardario dal Fondo monetario internazionale che chiedeva una stretta monetaria per fronteggiare un’inflazione prossima al 30%, ha comunque innescato un crollo del 10% della sterlina egiziana al minimo storico di 36,26 dollari.
L’Egitto indebitato all’inverosimile sta precipitando verso l’abisso finanziario, da oltre un anno anche il presidente Abdel Fattah al-Sisi sembra averne preso coscienza, almeno nelle dichiarazioni fatte alla stampa, dichiarando una situazione drammatica, con la completa sparizione della classe media egiziana e una soglia di povertà in progressivo avanzamento.
Per la stampa araba il presidente potrebbe perdere anche i suoi sostegni esterni, portando la drammaticità della situazione a livelli ancora più estremi, rifiutando di fatto che la crisi sia strettamente egiziana, e non solo adducibile agli eventi geo politici o alla pandemia del 2020.
A suo dire l’Egitto è vittima della crisi economica globale, prima l’emergenza del coronavirus e il conseguente crollo dei proventi del turismo e poi la guerra in Ucraina.
Nei fatti, la guerra ha avuto un grande effetto sul più grande importatore di grano al mondo. Russi e ucraini, inoltre, rappresentavano prima della guerra un terzo dei turisti in Egitto. Tuttavia, per la maggioranza degli osservatori, come illustri economisti, il paese è «rimasto intrappolato in un ciclo di prestiti che è diventato insostenibile».
Il suo debito è pari all’85,6% della sua economia, secondo l’Fmi.