Migliora ma rimane ancora ampiamente in territorio negativo la fiducia dei consumatori in Giappone. Secondo quanto comunicato dall’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese l’indice in questione a marzo si è attestato a 39,5 punti dai 39 di febbraio, ma risulta al di sotto dei 39,6 punti stimati dagli analisti. L’indice resta tuttavia ancora al di sotto della soglia di 50 punti, evidenziando la persistenza di un clima negativo fra le famiglie del Sol Levante.
Nello specifico al miglioramente del dato hanno contribuito le attese sulla situazione occupazionale, che segna +0,7 punti, le intenzioni di spesa di beni durevoli (+0,8 punti) e quelle sui redditi (+0,7 punti) mentre sono stabili quelle sullo stile di vita.
Intanto il governatore della Banca del Giappone Kazuo Ueda, intervenendo in parlamento, ha affermato che la banca centrale dovrà prendere in considerazione un’ulteriore riduzione degli stimoli monetari se l’inflazione tendenziale continua ad accelerare, segnalando la possibilità di un altro rialzo dei tassi entro la fine dell’anno in linea con le scommesse del mercato. Ma ha anche affermato che i solidi aumenti salariali visti finora nelle trattative salariali di quest’anno probabilmente aumenteranno il reddito e i consumi delle famiglie, offrendo una visione ottimistica sulle prospettive economiche del Giappone.
Non ha però fornito alcuna indicazione su quando e come la BOJ adeguerà i prossimi tassi di interesse a breve termine dopo che a marzo ha posto fine alla sua lunga era di tassi negativi.