Goldman Sachs si aspetta ancora un rallentamento dell’inflazione statunitense nei prossimi mesi nonostante l’ultima pubblicazione sul report dei prezzi al consumo mostri che la situazione è ancora piuttosto difficile tanto da aver quasi giustificato il tono cauto adottato da alcuni policymaker della Fed nelle ultime settimane.
Se è vero che i mercati hanno reagito “molto bene” alle mutevoli aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed, come afferma Goldman Sachs, è anche vero che la stessa banca d’affari si aspetta ancora che l’inflazione statunitense, ostinatamente elevata, si allenti nei prossimi mesi.
Secondo Goldman Sachs, quest’anno l’IPC statunitense scenderà al 2,4%, in calo rispetto all’attuale tasso annualizzato del 3,5%. «Il problema è che in questo momento ci sono alcune parti del bacino dell’inflazione che continuano a spingere verso l’alto», ha detto Christian Mueller-Glissmann, responsabile della ricerca sull’asset allocation presso Goldman Sachs, a “Street Signs Europe” della CNBC.
«Nell’ultima pubblicazione, ad esempio, era il settore trasporto. Ovviamente abbiamo attualmente i prezzi del petrolio in aumento e questo è certamente qualcosa che è stato un po’ più forte di quanto inizialmente previsto» ha aggiunto Mueller-Glissmann ricordando che l’impatto inflazionistico dell’aumento dei prezzi del petrolio sarà probabilmente limitato, perché la banca si aspetta che l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio alla fine metterà in funzione la capacità inutilizzata.