«Di fronte ai rischi globali, ai conflitti, e alla fine del modello precedente di globalizzazione i Paesi europei possono avere successo soltando unendo le forze e progredendo verso un’Unione economica e monetaria vera e propria, con un’integrazione piu’ stretta in termini sia finanziari sia fiscali». E’ quanto sostiene il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nella sua Lectio magistralis al conferimento della laurea honoris causa da parte dell’università Roma Tre.
Per Panetta “il rafforzamento oggi è un obbligo“, per “contrastare le divisioni esterne all’Unione Europea dobbiamo poter contare su una maggiore integrazione interna“. Il banchiere centrale ha rilevato come “dopo decenni in cui la globalizzazione sembrava inarrestabile, i conflitti geopolitici stanno ora minacciando il sistema di scambi internazionali e la stabilità dell’economia mondiale. Sono riemersi timori che il mondo possa tornare a lacerarsi tra blocchi economici, politici e persino militari contrapposti”. «La frammentazione commerciale e finanziaria pone rischi rilevanti per l’economia europea, data la sua ampia apertura internazionale. Più in generale, le dispute geopolitiche minacciano i principi di cooperazione internazionale e l’assetto multilaterale che dal secondo dopoguerra hanno sorretto lo sviluppo economico mondiale e – ha proseguito- favorito il mantenimento della pace tra le principali potenze».
Alla cerimonia, che si è svolta presso l’aula magna di giurisprudenza dell’ateneo, erano presenti numerosi esponenti di istituzioni e imprese, tra cui il suo predecessore e ex presidente del Consiglio e della Bce, Mario Draghi, il governatore emerito di Bankitalia, Ignazio Visco, l’ex presidente della Camera, Ferdinando Casini.
«L’Unione Europa deve far ripartire gli investimenti pubblici e privati e per sostenere i costi della difesa, della transizione digitale, dell’immigrazione e la sicurezza energetica – ha continuato Panetta. – Occorre un programma comune con bond Ue, altrimenti alcuni paesi potrebbero ritrovarsi con un ammontare di investimenti insufficiente o con un assottigliamento dello spazio fiscale. Il ricorso al bilancio Ue per finanziare investimenti in beni pubblici comuni europei determinerebbe forti vantaggi per la stessa governance europea».