La minaccia crescente di dazi non sembra spaventare i produttori di automobili cinesi che continuano ad invadere il mercato mondiale.
Una dimostrazione arriva da Nio che ha aperto uno showroom ad Amsterdam questa settimana e Xpeng ha lanciato la settimana scorsa i suoi SUV G9 e G6 in Francia. A queste si aggiunge anche BYD, altra diretta concorrente di Tesla che ha lanciato Seagull, una piccola berlina completamente elettrica che parte da soli 69.800 yuan, meno di 10.000 dollari. Tutto questo mentre l’azienda cinese pensa ad un secondo stabilimento di assemblaggio in Europa entro il 2025. La conferma arriva direttamente dall’amministratore delegato europeo Michael Shu. «Nutriamo fiducia di poter essere leader di settore entro il 2030».
Il colosso cinese vanta, per il 2023, vendite per oltre 3 milioni di veicoli (pari a un +61,9%), di cui oltre 1,5 milioni elettrici (+75%).
Nio, invece, ha recentemente confermato la presentazione del nuovo marchio, Onvo, segmentato per la fascia low cost. Il primo modello presentato, che dovrà competere direttamente con Tesla , costerà 4.000 dollari in meno rispetto al Model Y di Tesla.
Le consegne del SUV L60, questo il nome del modello, inizieranno a settembre. Il mercato di riferimento, come confermato dal CEO di Nio, William Li, è quello internazionale anche se non è stata specificata una road map.
Dalla sua nascita, Nio si è concentrata sul segmento premium delle auto, con un prezzo di circa 300.000 yuan (41.500 dollari) senza però riuscire a mettersi in concorrenza con le altre grandi del settore nonostante la sua presenza in Europa. Un mercato estremamente settoriale e fortemente concorrenziale ha portato molte aziende, Tesla in primis, a tagliare i prezzi dei vari modelli.
L’industria cinese dei veicoli elettrici ha registrato un boom nel corso degli anni grazie agli incentivi e al sostegno del governo cinese, cosa che ha preoccupato i politici in Europa e negli Stati Uniti ricorrendo all’arma dei dazi.
La Commissione Europea, il braccio esecutivo dell’Unione Europea, ha deciso di prendere provvedimenti circa i sussidi concessi ai produttori di veicoli elettrici in Cina con un’indagine potrebbe portare alla creazione di misure protezionistiche
Gli Stati Uniti hanno già compiuto un passo simile con l’amministrazione Biden (e prima ancora con quella Trump) che ha imposto tariffe del 100% sulle importazioni cinesi di veicoli elettrici.