Il ministro delle finanze giapponese ha dichiarato oggi che le autorità sono attente ai bruschi movimenti del mercato valutario, mentre lo yen continua il suo crollo verso nuovi minimi da 38 anni contro il dollaro, ma non è arrivato a lanciare un chiaro avvertimento di intervento. «I livelli dei cambi sono stabiliti dal mercato e riflettono un complesso mix di vari fattori, tra cui l’inflazione, il saldo delle partite correnti, il sentiment del mercato e le mosse speculative», ha affermato il ministro delle finanze Shunichi Suzuki, sottolineando che il Governo continuerà a monitorare attentamente il mercato.
Lo yen è sceso a 161,72 per dollaro nella tarda serata di ieri, il livello più basso dal 1986, mantenendo i mercati in allerta per eventuali segnali di operazioni di acquisto di yen da parte di Tokyo per sostenere la valuta.
Quest’anno è già sceso di oltre il 12%, poiché continua a essere appesantito dagli elevati differenziali dei tassi di interesse tra Stati Uniti e Giappone.
Le autorità giapponesi, tra cui Suzuki, Hayashi e il diplomatico di alto rango Masato Kanda, hanno intensificato i loro avvertimenti la scorsa settimana, quando lo yen è sceso oltre quota 160 per dollaro.
Uno yen più debole è una manna per gli esportatori giapponesi, ma un grattacapo per i decisori politici, poiché aumenta i costi delle importazioni, aumenta le pressioni inflazionistiche e mette alle strette le famiglie.