Gli avvocati di Tiktok e dell’azienda madre, la cinese ByteDance hanno tentato di bloccare la legge approvata negli USA che potrebbe vietare l’app utilizzata ormai da più di 107 milioni di statunitensi, a partire dal 19 gennaio. La tesi della difesa punta a considerare la legge come una violazione della libertà di parola. Il collegio dei tre giudici della Corte d’appello degli Stati Uniti per il distretto di Columbia ha ascoltato due ore di argomentazioni da parte degli avvocati che hanno tentato di ottenere un’ingiunzione che impedisca alla legge di entrare in vigore. La legge proibisce di fatto agli app store come Apple di offrire TikTok ai propri utenti e impedisce ai servizi di hosting Internet di supportare TikTok a meno che ByteDance non ceda TikTok entro la scadenza.
L’avvocato del Dipartimento di Giustizia, Daniel Tenny, ha insistito sulla posizione del governo degli Stati Uniti secondo cui TikTok, di proprietà cinese, rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale a causa dell’accesso a enormi quantità di dati personali degli americani, dati che la Cina può manipolare segretamente.
Andrew Pincus, l’avvocato che difende TikTok e ByteDance, ha risposto ai giudici Sri Srinivasan, Neomi Rao e Douglas Ginsburg che il governo degli Stati Uniti non ha dimostrato che TikTok rappresenti effettivamente dei rischi per la sicurezza nazionale. A questo si aggiunge anche la tesi secondo cui la legge viola la Costituzione degli Stati Uniti in primis il Primo Emendamento che difende la libertà di parola.
“La legge presentata a questa corte non ha precedenti e i suoi effetti sarebbero devastanti”, ha detto Pincus ai giudici, affermando che “per la prima volta nella storia, il Congresso ha espressamente preso di mira uno specifico oratore statunitense, vietandogli di parlare e di far parlare 170 milioni di americani”.
La tesi della difesa si reggeva sull’idea che se la legge venisse confermata, dimostrerebbe che il Congresso può aggirare il Primo Emendamento “invocando la sicurezza nazionale e ordinando all’editore di un qualsiasi quotidiano o sito web di vendere per evitare di essere chiuso”.