Il presidente della Federal Reserve Bank di Richmond, Thomas Barkin, uno dei votanti del gruppo del FOMC, ha dichiarato di aver appoggiato la recente decisione di un taglio di mezzo punto percentuale del tasso di interesse da parte della banca centrale statunitense. Questo perché la mossa ha riallineato il costo del denaro alla situazione attuale dal momento che il precedente livello era “fuori sincrono”. Ma il segnale dato dalla Fed non dovrebbe essere interpretato come una conferma del fatto che la lotta contro l’inflazione sia finita.
Le proiezioni di un ulteriore mezzo punto percentuale di tagli da parte della Fed per il resto dell’anno “attenuano un po’ la tensione”, ha affermato. Le previsioni, infatti parlano di un taglio di un altro quarto di punto percentuale nella riunione del 6-7 novembre, il che porterebbe il tasso di riferimento al range 4,50%-4,75%.
“C’è ancora del lavoro da fare sull’inflazione”, ha detto Barkin, notando che l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali depurato dalle voci volatili di cibo ed energia, o PCE core, è ancora al 2,7%. Ha detto che non si aspetta che diminuisca molto di più fino al prossimo anno.