«Ci sono grandi cambiamenti in vista e credo che quello che l’Europa non può più fare è posporre le decisioni. Come abbiamo visto in tutti questi anni si sono posposte tante decisioni importanti perché aspettavamo il consenso. Il consenso non è arrivato, sono arrivate solo uno sviluppo più basso, una crescita minore e oggi una stagnazione». Lo ha indicato Mario Draghi al vertice informale di Budapest dell’Unione Europea.
Per esempio con Trump alla Casa Bianca cambieranno i rapporti tra Usa e Ue, per questo Bruxelles non potrà più rinviare certe decisioni. Secondo Draghi dovrà negoziare con l’alleato americano con uno spirito unitario per proteggere i nostri produttori. «Perché con Trump ci sarà sicuramente grande impulso ulteriore al cosiddetto high tech, dove noi siamo già molto indietro, e questo è il settore trainante della produttività. Già ora la differenza della produttività tra gli Stati Uniti e l’Europa è molto ampia, quindi noi dovremo agire», ha sottolineato l’ex presidente della Bce ricordando che gran parte delle indicazioni del suo Report sulla competitività di inizio settembre sono incentrate su questo tema. «Trump darà tanto impulso nei settori innovativi e proteggerà molto le industrie tradizionali, quelle dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti. E quindi dovremo negoziare uniti».
Draghi ha affermato che il debito comune “è necessario per alcuni progetti di comune interesse europeo, ed è previsto che per questi progetti vi sia finanziamento comune, un esempio sono le interconnessioni nel campo dell’energia“.