
Si tratta di un vaccino che richiede due somministrazioni, dunque due dosi per ogni persona. La Commissione Europea firmerà un contratto per l’acquisto di 300 milioni di dosi
L’annuncio di Pfizer e Biontech sull’efficacia al 90% del loro vaccino anti-Covid in fase 3, l’ultima prima dell’eventuale approvazione (leggi qui) ha fatto il giro del mondo ed è stato come un raggio di sole nel bel mezzo di tempesta fortissima, quella in cui ci troviamo adesso, a causa della seconda ondata del Coronavirus.
E’ riuscita persino a placare per un momento gli animi dei due acerrimi rivali americani: sia Joe Biden, il neo-presidente statunitense eletto, sia quello uscente Donald Trump, che però non ammette affatto la sconfitta, hanno esultato, lasciando un attimo da parte lo scontro che da mesi li vede protagonisti sul futuro della Casa Bianca. «Il vaccino arriva presto. Notizia fantastica», ha twittato Trump sottolineando soprattutto l’impennata di Wall Street davanti all’annuncio. Più misurato Biden: «Mi congratulo con donne e uomini brillanti che hanno portato a questa scoperta e ci danno ragioni di speranza». Ottimista anche l’immunologo Anthony Fauci che ha definito i risultati “molto buoni“. «Mostrano – ha osservato – che la nuova tecnologia utilizzata, basata sull’impiego dell’Rna messaggero funziona nell’indurre la risposta immunitaria». Poiché la tecnologia è la stessa alla base del vaccino anti-Covid di Moderna, a breve potremo forse avere due vaccini».
Ed in effetti il vaccino anti Covid sviluppato dalle aziende Pfizer e Biontech si basa su una delle tecnologie più innovative e avanzate, adottata anche da altre due grandi aziende in corsa: la tedesca Curevac e l’americana Moderna. Tutti e tre sono vaccini a Rna, utilizzano cioè la sequenza del materiale genetico del nuovo Coronavirus, ossia l’acido ribonucleico (Rna), il messaggero molecolare che contiene le istruzioni per costruire le proteine del virus. Utilizzare l’Rna messaggero (mRna) è stata una scelta dettata dall’esigenza di riuscire a produrre vaccini in breve tempo, ottenendo una risposta immunitaria ottimale. L’obiettivo è appunto somministrare direttamente l’mRna che controlla la produzione di una proteina contro la quale si vuole scatenare la reazione del sistema immunitario. Nel caso del Covi-19 la proteina è la Spike, l’artiglio molecolare utilizzato per agganciare le cellule sane e invaderle.
Come abbiamo già detto tutti e tre i vaccini si trovano nella terza e ultima fase della sperimentazione: dopo i test preclinici, condotti in laboratorio, ogni vaccino e ogni farmaco viene sperimentato sull’uomo in tre fasi. La fase 1, condotta su un piccolo numero di volontari sani, deve dare risposte sulla sicurezza; la 2 su un numero più vasto di persone, deve dare le prime risposte sugli effetti e la 3, su numeri molto grandi, deve dare le risposte sull’efficacia. Lo studio Pfizer ha arruolato in tutto quasi 44.000 volontari su scala mondiale e dovrebbe proseguire finché non avrà esaminato 164 pazienti infetti. Un prescritto periodo di osservazione di due mesi del primo gruppo di pazienti, per controllare appieno efficacia e effetti collaterali ad oggi assenti, terminerà entro la terza settimana di novembre. A quel punto scatterà una richiesta d’emergenza per l’uso del vaccino.
Ma chi sono queste due case farmaceutiche? Pfizer ha una lunga storia nella farmaceutica: è nata nel 1849 a New York ed è tra le più grandi al mondo. Tra i suoi prodotti si contano il Lipitor contro il colesterolo, l’antibiotico Zithromax, il Viagra per difficoltà sessuali, l’anti-infiammatorio Celebrex. Ha lunga esperienza anche nei vaccini e in generale nei grandi studi clinici. BioNTech, al contrario, è stata fondata solo nel 2008 ed è un gruppo biotecnologico tedesco, specializzato sulla nuova frontiera delle immunoterapie per malattie gravi, da tumori appunto a malattie infettive.
Quello che hanno formulato insieme è un vaccino che richiede due somministrazioni, dunque due dosi per ogni persona. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha annunciato che sarà siglato un contratto con Pfizer-BioNTech per l’acquisto di 300 milioni di dosi. Non è stato specificato se si tratta di 300 milioni di coppie di dosi o di singole dosi, ma in ogni caso in Unione europea vivono 446 milioni di abitanti, perciò la prima fornitura non sarà sufficiente per tutti. Ma se l’efficacia del vaccino sarà però confermata, ridurrà sensibilmente la circolazione del virus.
Per l’arrivo in Italia si parla del primo semestre del 2021, dato che le due aziende, che stanno già producendo 50 milioni di dosi, hanno un canale preferenziale con gli Stati Uniti (l’amministrazione Trump ha siglato un contratto da 1,9 miliardi di dollari a luglio per la consegna di 100 milioni di dosi entro dicembre).
di: Maria Lucia PANUCCI
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