
Aumentano a sorpresa negli Usa le richieste di sussidi di disoccupazione. Balza in avanti il Philly FED, ai massimi dal 1973
Wall Street apre intorno alla parità con il Dow Jones che si attesta a 33.036 punti, mentre, al contrario, l’S&P-500 ha un andamento depresso e scambia sotto i livelli della vigilia a 3.948 punti. Depresso il Nasdaq 100 (-1,75%); sulla stessa linea, in discesa l’S&P 100 (-0,72%).
Tutta colpa dei rendimenti dei titolo del Tesoro USA che raggiungono nuovi record nonostante le rassicurazioni della Fed (guarda qui).
Dal punto di vista dei dati macro aumentano inaspettatamente le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 12 marzo i “claims” sono risultati pari a 770.000 unità, in aumento di 45 mila unità rispetto al dato della settimana precedente che ne contava appunto 725.000. Il dato è peggiore delle attese degli analisti che erano per richieste fino a 700 mila.
Balzo a sorpresa anche dell’indice Philly Fed che misura l’andamento dell’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia. Il dato di marzo è salito a quota 51,8 contro i 23,1 di febbraio, battendo le attese ferme a 23,3. Un dato così non si era mai visto dal 1973.
Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste. Quasi il 59% delle aziende ha riportato aumenti dell’attività questo mese (rispetto al 35% del mese scorso), mentre solo il 7% ha riportato diminuzioni (in calo dall’11%). Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini è balzato a 50,9 punti da 23,4 punti, quello sulle condizioni di business si porta a 61,8 da 39,5. Salgono quello sull’occupazione che si attesta a 30,1 da 25,3 punti e quello sui prezzi a 75,9 da 54,4 punti, mentre quello sulla spesa per gli investimenti (capex) sale a 35,9 da 25,2.
di: Maria Lucia PANUCCI
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