
Si attende la pubblicazione di “informazioni privilegiate”. Venerdì scorso il gruppo immobiliare cinese ha annullato i piani per rimborsare gli investitori su alcuni suoi prodotti di gestione patrimoniale, mentre il governo di Hainan ha ordinato la demolizione di 39 edifici residenziali
Si torna a parlare nuovamente di Evergrande che oggi è stata sospesa dalle negoziazioni in attesa della pubblicazione di “informazioni privilegiate“, senza fornire ulteriori dettagli.
Il colosso immobiliare cinese, carico di 305 miliardi di dollari di debiti, sta lottando per rimborsare, fra le passività, quasi 20 miliardi di dollari di obbligazioni sul mercato internazionale che sono state considerate in default incrociato dalle società di rating il mese scorso dopo aver mancato diversi pagamenti. Il gruppo del mattone non ha poi rimborsato nuove cedole per un valore di 255 milioni di dollari martedì scorso.
A questo si aggiunge che venerdì scorso Evergrande ha annullato i piani per rimborsare gli investitori dei suoi prodotti di gestione patrimoniale, affermando però che ogni creditore di risparmio gestito potrebbe aspettarsi ora di ricevere come rimborso 8 mila yuan (1.257 dollari) al mese come pagamento per tre mesi, indipendentemente dalla scadenza dell’investimento. Il colosso ha infatti istituito un comitato di gestione del rischio con molti membri di società statali e ha affermato che si impegnerà attivamente con i suoi creditori. Ma al momento la situazione sembra più nera che mai. E come se non bastasse secondo i media locali pare che l’amministrazione dell’isola turistica cinese di Hainan ha ordinato ad Evergrande il 30 dicembre scorso di demolire i suoi 39 edifici residenziali entro 10 giorni, a causa della costruzione illegale. Gli edifici si estendono per oltre 435 mila metri quadrati.
Ora l’industria del mattone cinese, che vale il 28% del pil del Paese, “dovrà trovare a gennaio almeno 197 miliardi di dollari per coprire obbligazioni in scadenza, cedole, prodotti fiduciari e stipendi a milioni di lavoratori“. Pechino ha esortato i grandi costruttori come Evergrande a pagare prima di tutto i salari per evitare il rischio di disordini sociali.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/JEROME FAVRE
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