
Si tratta di un fringe benefit che le aziende possono erogare direttamente ai propri dipendenti e il cui tetto è stato recentemente alzato
Fra le misure introdotte nel dl Aiuti bis e confermate con la conversione in legge c’è anche il cosiddetto bonus da 600 euro, un contributo messo in campo per sostenere le famiglie nella lotta al rincaro energetico.
Più che un vero e proprio bonus, si tratta di un cosiddetto fringe benefit, ossia di una misura ricompresa nel welfare aziendale che le aziende erogano ai propri dipendenti sotto forma di beni e servizi.
All’articolo 12 del dl Aiuti è dunque ricompresa la possibilità per le aziende di sostenere i propri dipendenti nel pagamento delle bollette energetiche e dell’acqua. Il limite massimo dei fringe benefit, che sono già esentasse, viene alzato dai 258,23 euro ai 600 euro.
Stando alle stime di Repubblica, la misura costerà complessivamente al Governo 81,9 milioni di euro.
Le somme possono essere erogate direttamente dai datori di lavoro come rimborsi “per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas“. Il datore di lavoro avrà la possibilità di dedurre direttamente i soldi erogati sotto forma di fringe benefit, andando quindi a ridurre il proprio imponibile fiscale.
Il lavoratore, dal canto suo, riceverà somme nette e non soggette a contribuzione, dunque non imponibili ai fini del reddito o pensionistici.
Il tetto è stato aumentato a 600 euro solo per il 2022 e spetterà al nuovo Governo una decisione sull’eventuale proroga.